Ben il 70 per cento delle imprese della filiera del legno investe in ricerca e innovazione e i finanziamenti europei possono essere determinanti. Questo il quadro tracciato dall'europarlamentare del Pd, Patrizia Toia, al Convegno Nazionale del Legno in corso al Kilometro Rosso di Bergamo. "L’Italia - ha ricordato Toia - è il primo paese in Europa per numero di imprese in questo settore con una produzione complessiva che si attesta a poco più di 41 miliardi, di cui la metà del sistema arredo e che dà lavoro a oltre 321.000 persone. Continui gli investimenti in Ricerca e Sviluppo: oltre il 70% delle imprese ha effettuato investimenti, mediamente circa il 2% del loro fatturato". Un’indagine realizzata presso le imprese associate a FederlegnoArredo è interessante notare che la distribuzione delle risposte per classe dimensionale evidenzia anche tra le micro imprese una quota significativa di risposte positive, pari al 59% del totale, e che la percentuale sale al crescere delle dimensioni fino all’84% delle grandi imprese. Il valore dell’investimento varia in base alla dimensione, partendo da quasi l’1% delle grandi imprese fino a raggiungere il 3,2% nelle micro imprese. "Si tratta di un mondo - ha detto Toia - che può e deve beneficiare dello Strumento Pmi (Sme Instrument), un fondo il cui obiettivo è quello di soddisfare i bisogni finanziari delle pmi mediante un percorso che , con i nuovi bandi del 2018 e 2019 , saranno sviluppati in ben tre fasi che ricalcano l’intero ciclo innovativo: dalla valutazione della fattibilità tecnico-commerciale dell’idea, passando per la validazione del prototipo su scala industriale e della prima applicazione sul mercato fino ad opportunità di networking per la fase della commercializzazione". Negli oltre tre anni di storia dello Sme Instrument, aggiunge l'europarlamentare, "sono stati finanziati complessivamente oltre 2800 progetti, erogando risorse a fondo perduto per 1,2 miliardi di euro a livello europeo Tra questi l’Italia ottiene un ottimo secondo posto con 412 progetti finanziati, dopo la Spagna, mentre in termini di finanziamenti ricevuti raggiunge i 118 milioni di euro, dietro Spagna e Gran Bretagna. In termini di progetti l’Italia conquista quindi una fetta pari al 14,7% del totale, quota che scende al 10% in termini di fondi. Il che probabilmente dipende dalla dimensione delle nostre imprese, molte delle quali di micro o piccole dimensioni". Toia ha ricordato che " La forte spinta verso una circolarità dell’economia e il costante investimento in termini di Ricerca e Sviluppo "stanno aprendo nuove frontiere che consentono di pensare (e ripensare) i prodotti in maniera diversa, fin dalla loro progettazione. Non mancano esempi in Italia di imprese che sempre più spesso realizzano prodotti con unità mono-materiche, poi facilmente riciclabili. In tal modo, gli oggetti vengono ideati per essere poi facilmente disassemblati". Questa scelta, spiega l'europarlamentare, "oltre a mostrare un perfetto connubio tra innovazione e miglioramento ambientale, si sta dimostrando una strada vincente in grado di generare profitto in una logica di social responsability".