Questo rapporto di iniziativa offre un quadro dell’attuale situazione dell’area Schengen, in un momento in cui il suo effettivo funzionamento è stato ripetutamente messo alla prova come conseguenza della reintroduzione dei controlli alle frontiere da parte di diversi Stati membri che hanno dichiarato di voler in questo modo fronteggiare i movimenti secondari e il terrorismo. Queste misure sono state tuttavia introdotte in violazione del Codice Frontiere Schengen.
La pandemia ha peggiorato questa situazione portando a numerose azioni unilaterali nell’ambito dei controlli alle frontiere interne da parte degli Stati membri, tra le quali la chiusura parziale o totale delle frontiere ai viaggiatori, compresi i cittadini dell’Unione europea e i loro familiari. Con l’evolversi della pandemia l’approccio alla gestione dei controlli alle frontiere è diventato più coordinato ma complessivamente vi è stato un impatto rilevante sul concetto stesso di area di libertà e sicurezza come previsto dall’art 3 TUE.
Il rapporto presentato per la plenaria contiene posizioni progressiste, in particolare sui seguenti elementi:
- la valutazione di illegittimità dei controlli alle frontiere reintrodotti a partire dal 2015;
-la constatazione dell’inazione e del fallimento della Commissione che non ha presentato procedure di infrazione contro gli Stati membri che hanno stabilito tali misure;
-la constatazione che la mancanza di coordinamento nello stabilire restrizioni alle frontiere esterne ha rappresentato un fallimento della leadership della Commissione europea e ha messo a rischio l’essenza stessa dell’area Schengen.
-la richiesta dell’estensione dell’area Schengen a Bulgaria e Romania;
- la necessità di rafforzare l’azione dell’UE nell’ambito della Ricerca e Soccorso in mare come componente della gestione integrata dei confini;
-il riferimento ai continui respingimenti ai confini e alla violazione dell’obbligo di proteggere coloro che chiedono asilo;
-la constatazione delle responsabilità di Frontex anche relativamente ai ritardi nell’attuazione del suo mandato rivisto nel 2019;
-la constatazione della necessità che i diritti fondamentali rappresentino una componente essenziale della strategia integrata di gestione dei confini;
- la constatazione della necessità di porre rimedio più velocemente alle disfunzionalità dell’area Schengen una volta accertate.
Relazione approvata con 505 voti favorevoli