14
Lug

Tessera Europea di Disabilità

FINALMENTE INIZIATIVA PRIORITARIA DELLA UE E DELL’ITALIA

La nuova strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 è stata pubblicata dalla Commissione Europea nel marzo 2021, dopo diversi anni di sollecitazioni a proporne un sostanziale aggiornamento.

Uno dei punti chiave che volevamo fosse incluso era la Tessera Europea di Disabilità – e ci siamo riusciti! La Card sarà una delle “Iniziative Faro”, ossia una delle azioni più importanti e visibili, della nuova Strategia per i diritti delle persone con disabilità. 

Finalmente abbiamo anche un orizzonte temporale preciso: il 2023! 

Si tratta di un importante successo del Gruppo dei Socialisti&Democratici al Parlamento Europeo, dell’Intergruppo parlamentare Diritti delle Persone con Disabilità e di tutti i movimenti della società civile. 

Ma andiamo con ordine: la storia della nascita della Tessera risale al 2013, quando la Commissione Europea, sull’onda della grande mobilitazione dei legislatori e dell’associazionismo europei, istituì un “Gruppo di lavoro” fra alcuni Stati Membri interessati a scambiare idee sulla possibilità di elaborare progetti comuni. Dal gruppo nacquero l’idea della Carta e quella del Contrassegno europeo per il parcheggio, oggetto poi del “progetto pilota” (ovvero una sperimentazione volontaria) svoltosi tra il 2016 e il 2018 in 8 Stati Membri, fra cui l’Italia assieme a Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Malta, Romania e Slovenia. 

Le valutazioni sui risultati del progetto pilota sono state complessivamente positive, ma finora è mancato un quadro strategico organico che “organizzasse” una roadmap per l’espansione dell’utilizzo della tessera sia a livello geografico che di servizi resi accessibili. 

Per ora ai suoi titolari offre principalmente vantaggi che riguardano attività nei settori della cultura, del tempo libero, dello sport e del turismo, come ad esempio la riduzione del prezzo di ingresso per musei e cinema o tempi di accodamento ridotti per talune manifestazioni. 

Sappiamo, tuttavia, che sebbene tali vantaggi siano “belli da avere” e facciano la differenza, questo strumento ha un potenziale enorme per migliorare abbiamo bisogno di una carta che vada oltre questo scopo per facilitare realmente la libera circolazione delle persone con disabilità nell’Unione europea. molte domande rimangono aperte. 

La strategia è molto vaga sull’aspetto di tale carta, sui vantaggi che coprirà, sulla forma giuridica necessaria per istituirla e su chi ne sarà ammissibile. 

Il progetto pilota ha funzionato con la premessa che gli Stati membri riconoscono lo status di disabilità del titolare della carta su base reciproca. 

La ‘Disability Card’, ovvero la Carta Europea della Disabilita’, oltre a garantire l’accesso a sconti e agevolazioni, sara’ “anche uno strumento per consentire l’attestazione della propria condizione di disabilita’ mediante strumenti digitali che diventeranno sostitutivi del tradizionale certificato cartaceo. Questa e’ una peculiarita’ della versione italiana del progetto Disability Card”. Lo ha detto il ministro per le Disabilita’ Erika Stefanii rispondendo ad una interrogazione in commissione ‘Affari Sociali” della Camera “La Carta Europea della Disabilita’, che sara’ prodotta dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, consiste in una tessera che- ha spiegato -, nella misura in cui permette al portatore di farsi immediatamente riconoscere come persona con disabilita’ gli consenta l’accesso ad agevolazioni ed una serie di servizi in materia di trasporti, cultura e tempo libero, con l’obiettivo di consentire la libera circolazione e la piena inclusione delle persone con disabilita’ su tutto il territorio europeo”. Le agevolazioni “saranno attivate mediante protocolli d’intesa o convenzioni tra l’Ufficio per le politiche a favore delle persone con disabilita’ della Presidenza del Consiglio dei Ministri e soggetti pubblici o privati, coerenti con i requisiti e le finalita’ dell’iniziativa, e pubblicizzate sul sito istituzionale dell’Ufficio”. Stefani ha spiegato che intende coinvolgere anche “ le regioni e gli enti locali per valutare anche con questi interlocutori ogni possibile ambito di utilizzo della Carta quale strumento di inclusione”. 

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