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Mar

Crisi bancarie: l'UE è più forte ma non basta

Abbiamo fatto molti passi avanti nel ridurre la possibilità che le banche vadano in crisi, abbiamo invece progressivamente perso slancio sull’edificazione di un efficace meccanismo di gestione delle possibili crisi bancarie. Va creato una assicurazione europea sui depositi che è l’unico strumento capace di garantire che una crisi bancaria non abbia conseguenze sul bilancio dello Stato.

Il fallimento della Silicon Valley Bank e le grosse difficoltà incontrate recentemente da Credit Suisse ci hanno dato alcune lezioni importanti.

La prima è che una regolamentazione prudenziale moderna e ambiziosa è una condizione necessaria non solo per avere banche sane e solide, ma anche per evitare che la finanza abbia il sopravvento sulle decisioni di politica economica.

La seconda lezione è che o esiste un quadro completo di gestione delle crisi bancarie in grado di affrontare sia le crisi idiosincratiche che quelle sistemiche o alla fine saranno i cittadini a pagare ancora una volta il conto di salvataggi bancari.

Nell'Unione europea siamo stati piuttosto bravi sul primo punto. Negli ultimi 10 anni abbiamo reso ancora più stringente la regolamentazione bancaria esistente. Lo abbiamo fatto perché il sistema bancario europeo è una infrastruttura fondamentale delle nostre economie, e rappresenta la fonte di finanziamento più utilizzata dalle nostre imprese e dalle nostre famiglie. 

Oggi le banche europee sono molto più solide rispetto al passato e sono meglio equipaggiate per affrontare una possibile crisi. 

Gli standard internazionali, pensati solamente per le banche più grandi, sono state applicati a tutti gli istituti di credito europei, e il nostro sistema bancario viene periodicamente sottoposto a test di solidità da parte dei supervisori e dei regolatori. Il lavoro però non è finito. Proprio in queste settimane sono in corso i negoziati fra Parlamento europeo e Consiglio dell’UE per l’implementazione degli ultimi accordi internazionali di Basilea. Da essi uscirà sicuramente un sistema bancario europeo ancora più solido e resiliente.

Se abbiamo fatto molti passi avanti nel ridurre la possibilità che le banche vadano in crisi, abbiamo invece progressivamente perso slancio sull’edificazione di un efficace meccanismo di gestione delle possibili crisi bancarie. Dopo la crisi finanziaria del 2008 si era detto che non avremmo più usato i soldi dei cittadini per salvare le banche. 

Abbiamo sicuramente fatto dei passi avanti, ad esempio con la creazione del fondo di risoluzione unico bancario finanziato interamente dai contributi delle banche stesse. Ma molto resta ancora da fare. 

Il sistema di risoluzione delle crisi va rafforzato per renderlo in grado di gestire anche delle potenziali crisi sistemiche e quelle delle piccole banche. Ma soprattutto, va creato una assicurazione europea sui depositi che è l’unico strumento capace di garantire che una crisi bancaria non abbia conseguenze sul bilancio dello Stato.


Irene Tinagli