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Feb

La difesa delle democrazie liberali

Le recenti parole di Donald Trump, secondo cui l’Ucraina potrebbe un giorno diventare russa e dovrebbe ripagare gli Stati Uniti con 500 miliardi in terre rare per gli investimenti ricevuti, sono un segnale inquietante: Trump intende occuparsi dei conflitti trasformandoli in una qualsiasi operazione commerciale da cui trarre profitto: una sorta di mercantilismo sovranista che non fa sperare in nulla di buono, anche perché si salda con la volontà di potenza dei regimi autarchici.

Per questo è importante sottolineare che l’unica lotta che definisce il nostro tempo e il campo della politica, oggi, è quella in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli.

Questa legislatura è stata inaugurata dalla stesura di tre rapporti, quello sulla competitività di Mario Draghi, quello sul mercato comune di Enrico Letta, quello sulla difesa comune di Sauli Niinistö. Sono documenti molto citati ma poco letti e sono tutt’e tre legati da un filo rosso: la sicurezza e la forza sono le risposte alle inquietudini e ai pericoli concreti del nostro tempo. Un’Europa più competitiva, un’Europa con attori strategici del mercato più grandi e forti, un’Europa pronta ad affrontare le crisi internazionali sul piano anche militare è l’Europa che serve al mondo e agli europei.

Alla base della contesa tra autocrazie e democrazie, sia nella sua forma più dura dei conflitti sia nella sua forma solo apparentemente più dolce della competizione economica e dei primati tecnologici, forme destinate presto o tardi a coincidere perfettamente, c’è la sicurezza. Se la sicurezza del mio paese dipende da un cavo sottomarino nel Mar Baltico o nel Mediterraneo, o da un satellite nello spazio, o dal controllo di un confine a migliaia di chilometri dal mio, o ancora dal contrastare i ripetuti tentativi di ingerenza nella pubblica opinione e negli strumenti di informazione, è presto detto che la sfida riguarda l’intensità con cui siamo in grado di garantire questa sicurezza. Non solo quindi difesa, pur restando un ambito di sempre maggiore importanza, ma anche sicurezza delle infrastrutture fisiche e digitali, disponibilità costante di energia e materie prime, crescita della produzione strategica nazionale ed europea delle tecnologie più avanzate, contrasto ai continui tentativi di ingerenze propagandistiche, condivisione con i grandi player privati di esigenze difensive.

Insomma per noi, democratici e europei, è il tempo di decidere se essere solo un pezzetto di un Risiko in cui altri tirano i dadi o se essere un continente libero e forte.

Pina Picierno