03
Apr

Misure urgenti per le industrie energivore

Il Parlamento Europeo ha approvato giovedì la risoluzione sulle Industrie ad alta intensità energetica, di cui sono stato relatore. Un testo che indica una linea di intervento alla Commissione: servono urgentemente misure concrete per ridurre il costo dell'energia e per sostenere la transizione energetica delle imprese senza perdere competitività.

Acciaio, prodotti chimici, cemento, ceramiche, vetro, carta: le industrie ad alta intensità energetica sono il cuore della manifattura europea. Impiegano milioni di lavoratori e sono centrali per l'autonomia strategica dell'UE. Ma oggi subiscono una doppia pressione: prezzi dell'energia nettamente più alti rispetto ai concorrenti globali e regole sempre più stringenti sulle emissioni. La transizione è necessaria, ma non può tradursi in deindustrializzazione.

La nostra risoluzione identifica alcune priorità. Primo: ridurre il costo dell'energia. Il mercato europeo è frammentato, le rinnovabili crescono troppo lentamente e i benefici del loro minor costo non arrivano ai consumatori. Servono investimenti nelle reti, processi di autorizzazione più snelli per le rinnovabili, contratti di lungo termine che “sgancino” il prezzo dell’elettricità da quello del gas e, infine, meccanismi di aggregazione della domanda a vantaggio delle piccole e medie imprese.

Secondo: è necessario proteggere l'industria dal dumping e dalla concorrenza sleale. Il CBAM – il meccanismo di tassazione delle emissioni sui prodotti importati dai paesi extra-Ue - deve essere davvero efficace, senza eccezioni che ne svuotino l'impatto e avendo cura di non danneggiare le nostre esportazioni. Vanno rafforzati gli strumenti di difesa commerciale, per evitare che la produzione si sposti dove le regole ambientali sono più deboli.

Terzo: la decarbonizzazione delle produzioni va promossa, ma è fondamentale preservare la competitività delle imprese. La transizione dai combustibili fossili alle fonti a basse emissioni richiede investimenti rilevanti, che per essere economicamente sostenibili devono poter contare su un premio di mercato. Servono quindi strumenti per sostenere la domanda di prodotti “verdi,” a partire dagli appalti pubblici.

La risoluzione ha il compito di esprimere l’indirizzo dettato dal Parlamento; ora tocca alla Commissione tradurre queste proposte in misure efficaci. L’obiettivo è far sì che decarbonizzazione e competitività camminino di pari passo, e anzi l’una alimenti l’altra. Ma bisogna intervenire con urgenza. L’Europa non può permettersi un’ulteriore contrazione della base industriale.


Giorgio Gori