L'eurodeputata e vice presidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo dopo una prima interrogazione ha presentato una nuova interrogazione urgente per scongiurare il taglio di 500 tonnellate dalla quota di pesce spada per l'Italia.
“Sulla determinazione delle nuove quote per la pesca del pesce spada dei singoli Stati membri la Commissione europea ha eluso la mia interrogazione dando risposte totalmente insoddisfacenti”. Così l’europarlamentare e vice presidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo, Renata Briano, dopo la risposta ricevuta dalla Commissione europea per l'interrogazione sulle quote del pesce spada.
Il 3 giugno Renata Briano aveva presentato un'interrogazione urgente alla Commissione europea per chiedere se fosse vero che nel conteggio delle catture medie saranno presi in considerazione gli anni 2012-2014 e non gli anni 2010-2014 utilizzati, invece, come riferimento per l’individuazione delle quote in sede ICCAT tra l’Europa e i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “Lo scarto temporale preso in considerazione è significativo per l'Italia in quanto il biennio 2010-2011 è stato il periodo più positivo nella pesca del pesce spada – ha spiegato l'eurodeputata -. La modifica della serie storica apporterebbe un danno non indifferente per i pescatori italiani che si ritroverebbero oltre 500 tonnellate in meno di quota rispetto a quanto legittimamente atteso”.
Alla risposta ottenuta dalla Commissione europea, e ritenuta totalmente insoddisfacente, Renata Briano ha replicato con una nuova interrogazione urgente. “Chiedo alla Commissione europea perché non ritenga affidabile la serie storica della pesca del pesce spada in Italia nel biennio 2010 – 2011, come avvenuto in sede ICCAT – ha dichiarato l'europarlamentare -. Mi auspico, infine, che in questa legittima battaglia per i nostri pescatori si schieri anche il Ministero italiano per fare fronte comune insieme”.