13
Feb

Riformare il sistema europeo di asilo, investire nelle politiche di cooperazione e sviluppo con l’Africa

SINTESI DEL CONFRONTO:

Il confronto è stato suddiviso in due momenti, uno sul tema dell’accoglienza, il sistema e le politiche d’asilo in Europa e in Italia e l’altro, incentrato sulla cooperazione internazionale. Da subito i relatori hanno sottolineato e apprezzato la composizione del tavolo, a significare che oggi accoglienza e cooperazione vanno del pari passo e sono strettamente collegate.

Il Prof. Nadan Petrovic ha offerto un punto di vista tecnico, spiegando che i sistemi di accoglienza dispiegano enormi risorse a sostegno degli stati accoglienti, cercando di gestire al meglio il fenomeno. Lo stesso Petrovic ha evidenziato la necessità di avere da parte delle istituzioni europee un sistema comune di politiche d’asilo, una legislazione comunitaria che consenta agli Stati Membri di muoversi agevolmente e ai migranti, primi destinatari della necessità, di trovare il loro diritto rispettato in tutti i territori comunitari.

Il Dott. Daniele Frigeri nel suo intervento ha sottolineato la necessità di agire sia sul breve che sul lungo periodo, con misure ponderate che sappiano rispondere ai bisogni di una  parte della popolazione che contribuisce attivamente alla crescita socio-economca europea. La Cooperazione oggi non può più indicare solo aiuto economico, ma deve essere un insieme di aiuto economico, supporto governativo e crescita sociale.

Il Direttore Generale Stefano Manservisi indica come sia sostanziale fornire alla nuova generazione africana gli strumenti per creare autonomamente forza economica, rendendo forte l’intervento degli immigrati anche sull'economia europea. Un esempio del dottor Silvestri sottolinea che in Italia l’imprenditoria di immigrati pesa sul tessuto economico nazionale per il 10%, con un 29% di impegno in export e un 38% in import. La cooperazione allo sviluppo DEVE essere fatta INSIEME. Il Direttore Manservisi suggerisce inoltre di pensare a come sia giunto il tempo di superare la fase di isteria e crisi in cui il concetto di migrazione è associato alla parola emergenza.

Il Dott. Cleophas Adrien Dioma riprende da qui spiegando che è sbagliato vedere nell’immigrazione e nell’ingresso di nuove culture solo difficoltà, problemi e negatività. Le diaspore e le seconde generazioni hanno l’arduo compito di dimostrare che possono essere per l’Europa grande opportunità in quanto portatori di cultura diversa e valore aggiunto allo sviluppo. Serve un soggetto politico in grado di rappresentare questa categoria all’interno delle istituzioni e nei processi decisionali. Servono progetti di cooperazione che partono dal basso e che includono le diaspore, le seconde generazioni, la società civile, le imprese, tutti riuniti per la crescita comune (suggerimento del progetto di Lang Fabian Nji che, grazie al contributo sostanziale di amici conosciuti in Italia, sta riuscendo a portare aiuti fondamentali nel suo paese d’origine in Camerun. Lui è il più grande esempio di successo ottenibile con un progetto di cooperazione che parte dal basso).

Dal pubblico arrivano importanti contributi sulla necessità di investire nelle donne e nei giovani, concetti già espressi dettagliatamente del Direttore Manservisi e indicati come prioritari nell’ Agenda 2030, insieme allo sviluppo di Energie Rinnovabili, digitalizzazione ed economie sostenibili.


5 PROPOSTE E/O POLITICHE GIA' IN ESSERE DA MIGLIORARE:

1. Creare un sistema di politiche d’asilo condiviso e ufficiale in tutti gli Stati Membri. Leggi concrete e da applicare obbligatoriamente.

  1. Strumenti concreti di sviluppo economico sostenibile e controllato.

  2. Più valore all’operatore della società civile, soprattutto per quanto riguarda il Mediterraneo e la Libia.

  3. Proseguire il monitoraggio stretto nel Mediterraneo dove la situazione è ancora grave.

  4. Promuovere i progetti di formazione, interscambio scolastico/universitario, formazione professionale nei settori che possano dare sviluppo e crescita sostenibile.


  1. Adottare un sistema europeo comune di asilo realmente fondato sui principi di solidarietà e piena condivisione delle responsabilità seguendo le raccomandazioni contenute nella risoluzione del PE sull’approccio olistico al fenomeno migratorio. Il Parlamento ha dato mandato negoziale al Consiglio sulla modifica del Regolamento di Dublino. Una posizione ambiziosa che mette fine al sistema iniquo del criterio del primo paese di ingresso e lo sostituisce con un criterio automatico di assegnazione delle responsabilità. Chi approda in Italia arriva in Europa.

  2. Investire in politiche di breve, medio e lungo termine, combinando strumenti di politica interna e di politica estera con il pieno coinvolgimento di tutti gli attori interessati, a tutti i livelli, inclusa la società civile

  3. La ricerca e il salvataggio di migranti deve rimanere una priorità di tutte le politiche migratorie. Forti dell’esperienza di Mare Nostrum, dove l’Italia ha dato prova di grandissimo coraggio e solidarietà con l’istituzione della più grande missione umanitaria del Mediterraneo, dobbiamo rendere più sicuro questo mare. Rafforzando al contempo le operazioni di salvataggio con attività di contrasto alla tratta e al traffico di esseri umani.

  4. Rafforzare la cooperazione con i Paesi africani, secondo una logica di condivisione delle priorità. Solo attraverso un partenariato rinnovato potremo lavorare congiuntamente per eliminare le cause profonde che spingono le persone ad abbandonare i propri territori. Occorre investire innanzitutto nella pace, nella democrazia, nello stato di diritto, occorre rafforzare la resilienza.

  5. Con il partenariato con l’Africa affrontiamo sì le sfide, ma cogliamo anche le grandi opportunità che questo continente giovane ci offre. In termini di cultura, di crescita e di risorse umane. Occorre sviluppare scambi di buone prassi in tutti i settori della governance, a partire dalla democrazia e dallo stato di diritto, nonché investire in progetti di sviluppo sostenibile.