La vittoria con cui Viktor Orban ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari e quindi il terzo mandato da primo ministro è stata costruita su una campagna anti europea, anti immigrazione e fortemente nazionalista. Non solo, la campagna di Orban, che si è presentato come “protettore” dei valori del cristianesimo, è stata caratterizzata sia da numerosi attacchi alla società civile, sia alle comunità cattoliche ed ortodosse non in linea con la posizione del suo governo.
Atteggiamenti che lascino profondamente perplessi per il non rispetto dei principi democratici e delle libertà fondamentali proprie dell’Europa.
Sorprende assai, pertanto, il commento del presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, che si è semplicemente felicitato con il risultato del primo ministro ungherese, senza alcun cenno di dissenso o di presa di distanza rispetto ai contenuti, alle posizioni, ai comportamenti per ottenere l’esito elettorale. Il che fa porre un preciso quesito ai popolari europei attuali: quale idea di Europa hanno in testa di realizzare rispetto a quella dei padri fondatori, visto che purché i partiti nazionali aderiscano al PPE plaudono a qualsiasi posizione, anche palesemente anti europea?