“L’Unione europea ha il dovere di tutelare non solo il proprio patrimonio culturale, ma anche quello dei Paesi terzi e, in particolare, i beni culturali provenienti dai Paesi in conflitto che, per evidenti motivi, non riescono a tutelare i propri interessi e a proteggere le proprie bellezze culturali, monumentali e artistiche, specialmente dopo i tragici eventi accaduti a Palmira e la barbara uccisione del responsabile del sito archeologico Khaled Assad nel 2015.” Così l’eurodeputato del Pd, Luigi Morgano ha commentato il voto di oggi in Commissione Cultura dell’Europarlamento, dove grazie all’approvazione degli emendamenti presentati dall’on. Luigi MORGANO, relatore ombra per il Gruppo dei Socialisti e Democratici, e condivisi dall’on. Silvia COSTA, coordinatrice S&D della commissione Cultura, si è riusciti ad ottenere importanti, sostanziali miglioramenti della proposta di Regolamento per l’importazione dei beni culturali nell’UE.
“Il voto di oggi è un grande risultato per il gruppo S&D, oggi la CULT ha preso una posizione chiara e decisa. In particolare, son contenta che sia stata accettata una nostra proposta chiave, cioè la creazione di unità operative specializzate nel contrasto all'importazione illecita di beni culturali, come il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che abbiamo in Italia”, ha commentato l’Onorevole Silvia Costa.
“Ad oggi,- insiste Morgano- non esiste una regolamentazione quadro generale dell'UE per l'importazione di beni culturali. E’ quanto mai necessario ed urgente, quindi, dotare l’Unione di una normativa armonizzata ed efficace, volta non solo a stabilire regole chiare per chi importa legalmente beni culturali nell’UE, ma anche capace di contrastare il grave fenomeno dell'importazione illegale di beni culturali, tra cui il trafugamento e il contrabbando di oggetti di antichità, utilizzati per finanziare il terrorismo come è successo, ad esempio, in Iraq e Siria con Daesh, ma anche per il riciclaggio di denaro sporco.”
“Gli emendamenti oggi approvati- conclude l’europarlamentare Pd - hanno, inoltre, stabilito una clausola di salvaguardia per permettere a quei Paesi come l’Italia di mantenere eventuali misure nazionali più restrittive nel proprio territorio, dando priorità al concetto di ‘paese di origine’ rispetto alla nozione del ‘paese di esportazione’. Spetta ora alle Commissioni mercato Interno e Commercio Estero del PE dire l’ultima parola, con la consapevolezza che la UE possa dotarsi di una normativa all’importazione che stabilisca che i beni culturali di un Paese, qualunque sia la loro provenienza, sono un patrimonio prezioso e non possono essere trattati come merce qualsiasi.”