"Dieci anni fa iniziava, la "Grande crisi finanziaria", che è iniziata come crisi del sistema bancario, per poi diventare, non solo Italia, una crisi del debito pubblico, e che, a un certo punto, ha alimentato anche il timore che l'Area euro potesse spaccarsi.
Cosa è cambiato da allora? L'Unione Europea ha attivato strumenti di gestione delle crisi come il Meccanismo europeo di stabilità; il Fondo europeo per gli investimenti strategici a sostegno dell'economia europea; ha rafforzato la legislazione bancaria e definito strumenti con l’obiettivo che siano azionisti e creditori – non i correntisti e i risparmiatori – a rispondere dei possibili azzardi del sistema bancario. Molto ancora resta da fare. Permangono comunque non pochi rischi nei settori bancari europei; alcune grandi banche internazionali tuttora investono in titoli derivati illiquidi e rischiosi. Il lavoro procede, ma il puzzle da completare è complicato e richiede, se si vuole andare, ad esempio, nella direzione di un vero schema europeo di assicurazione dei depositi, che tuteli adeguatamente i risparmiatori, ingenti somme di garanzia, anche da parte di tutti gli Stati membri.
Peraltro le conseguenze della Crisi che tuttora pesano più di tutte sono quelle sociali. Su queste, con particolare impegno, continuerò a lavorare nella Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo, per contribuire a costruire un quadro positivo relativamente al futuro dei lavoratori, delle imprese, dei giovani, delle famiglie, in Italia e nel resto d'Europa.
Mi auguro che il cosiddetto governo italiano del cambiamento, faccia la sua parte, anche evitando inopportune dichiarazioni, che – come ha sottolineato il governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi, fanno salire i tassi sui titoli di stato italiani determinando instabilità per la nostra finanza pubblica e costi aggiuntivi, per i mutui, a carico di famiglie e imprese", così in una nota l'europarlamentare democratico Luigi Morgano.