Il Governo italiano non ripeta l'autolesionismo del summit UE di giugno: se anche stavolta al meccanismo obbligatorio di ripartizione di migranti si preferisce la “volontarietà” aumenteranno sempre di più le difficoltà nella gestione del fenomeno migratorio. E' questo il senso dell'appello lanciato dagli eurodeputati Pd in vista dei due giorni di riunioni dei leader europei che inizierà oggi a Bruxelles.
Al summit Ue di giugno il Governo italiano aveva di fatto accantonato la riforma di Dublino, che include il superamento del criterio del Paese di primo ingresso, per sottoscrivere l'approccio basato sulla “volontarietà” imposto dai Paesi euroscettici, si spiega nel testo dell'appello, “legittimando così l’operato irresponsabile di molti Stati membri ad adempiere ai loro obblighi di ricollocamento, nonché il concetto di 'consenso' per l’adozione del pacchetto immigrazione e asilo, agendo in aperta contraddizione con le disposizioni dei trattati che prevedono la semplice maggioranza qualificata”.
Una scelta che secondo gli europarlamentari mette a repentaglio tutte le conquiste ottenute dal Pd in questa legislatura europea: “abbiamo adottato in tempi record il regolamento che istituisce l’Agenzia di una guardia frontiera e costiera europea, il regolamento Eurodac sul sistema di identificazione dei richiedenti asilo e l’Agenzia europea per l’asilo, il quadro dell’Unione per il reinsediamento, i regolamenti sulle procedure di accesso alla protezione internazionale e sulle qualifiche, la direttiva accoglienza. E soprattutto abbiamo adottato la modifica del Regolamento di Dublino mettendo fine al sistema iniquo del criterio del primo paese di ingresso, sostituito invece da un criterio automatico di assegnazione delle responsabilità. Chi approda in Italia arriva in Europa”.
Ora in vista del summit Ue il Governo punta solo sul rafforzamento della cooperazione con i Paesi terzi della sponda del Mediterraneo per prevenire l'immigrazione illegale, ma rinuncia a delle strategie che prevengano il fenomeno.
“Il governo italiano – conclude l'appello - esorta il Parlamento a esaminare con priorità le recenti proposte della Commissione europea riguardanti la direttiva rimpatri, l'Agenzia di asilo, e la guardia costiera e di frontiera europea, e relega la modifica del Regolamento di Dublino in una posizione subordinata. Ignaro del fatto che solo creando un meccanismo obbligatorio di ripartizione delle responsabilità tra gli stati membri è possibile eliminare il criterio dello stato membro di primo ingresso e di conseguenza evitare i movimenti secondari”.