Bilancio agricolo post 2020 dovrà essere ambizioso per tutelare produttori UE
“Il Parlamento europeo non è disposto ad aprire un secondo negoziato nella procedura di divorzio tra l'Ue e il Governo britannico, se non alla condizione di migliorare l'attuale accordo a favore dei cittadini, degli agricoltori e dell'intera filiera agroalimentare europea”. Così Paolo De Castro, primo vicepresidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo al termine del dibattito, oggi a Strasburgo, sugli scenari che apre il voto negativo del Parlamento di Westminster sulla bozza di intesa per la Brexit.“Siamo consapevoli - sottolinea l'eurodeputato PD - che entriamo in un periodo di grande incertezza e stiamo già riflettendo come 'parare' l'impatto rovinoso di un 'no-deal'.” “Personalmente, ritengo - spiega De Castro - che sia necessario trovare nel bilancio Ue post-2020 i fondi necessari per tener sotto controllo tutte le possibili perturbazioni di mercato e continuare a garantire il reddito degli agricoltori Ue. Sostegni che l'attuale proposta di bilancio agricolo non permetterebbe”.“Ricordo che l'accordo tra Bruxelles e Londra, respinto ieri dal Parlamento britannico, permetteva di conservare lo status quo negli scambi agroalimentari tra le due sponde della Manica, salvaguardando il riconoscimento di tutte le nostre indicazioni geografiche”.“Tutto non è perduto. La palla ora - aggiunge l'eurodeputato - è nelle mani di Londra, e nonostante il rammarico per la mancata intesa con l'Ue non siamo ancora in uno scenario di mancato accordo, di no-deal. L’Unione europea si sta dimostrando sempre più coesa di fronte a questo complicato impasse”.“Tuttavia, gli Stati membri e le istituzioni che usciranno dalle elezioni europee a maggio devono sapere - conclude De Castro - che in futuro bisognerà allargare i cordoni della borsa per tutelare la Pac e i 44 milioni di posti di lavoro dell'agroalimentare”.