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Copyright, Silvia Costa: A rischio la riforma del copyright, l'Italia tra i Paesi che fanno blocco

"Dopo il via libera del Parlamento europeo lo scorso 12 settembre, i negoziati tra Consiglio UE e Parlamento – rappresentato dal relatore Axel Voss -  hanno subito una grave battuta d'arresto a seguito del rifiuto da parte di una minoranza significativa di dieci governi (tra cui quella italiano) della proposta di mediazione presentata dalla presidenza rumena sugli articoli più controversi, ossia l' art. 11 e art. 13, rispettivamente sull’introduzione di un diritto per gli editori di ottenere una remunerazione equa e proporzionata per l'utilizzo digitale delle loro pubblicazioni e la definizione della responsabilità delle piattaforme per i contenuti protetti da copyright a tutela dei creatori, autori e artisti" – dichiara Silvia Costa, capogruppo S&D in Commissione Cultura. "Reputerei molto grave se questa legislatura, dopo oltre due anni di confronto e dibattito, si concludesse con un nulla di fatto sulla riforma del copyright. Sarebbe sostanzialmente un regalo ai giganti del web, il cui intento non è certo quello di garantire la libertà della rete, ma di continuare a sfruttare a proprio piacimento materiale coperto da diritto d'autore senza corrispondere il giusto compenso a chi ne detiene la titolarità, impoverendo di conseguenza il pluralismo culturale e dell'informazione, pilastri imprescindibili dell' Unione europea".

"Tengo a sottolineare che il Parlamento ha sempre mostrato spirito di compromesso per permettere di trovare un accordo soddisfacente, anche accettando disposizioni che tenessero in debita considerazione le esigenze delle piccole imprese che operano online. Ciò detto – continua Silvia Costa -  non possiamo accettare invece alcun compromesso sulla responsabilità finale delle piattaforme, a tutela anche e soprattutto degli utenti. Mi rammarico che l'Italia, fin dall'inizio tra i grandi Paesi sostenitori di questa riforma, abbia cambiato radicalmente atteggiamento con il nuovo governo penta-leghista, che si dimostra ancora una volta ostile al mondo dell'editoria, del pluralismo dell'informazione e della cultura, tanto più grave quest'anno in cui Matera sarà la capitale europea della cultura".