Un segnale forte contro le politiche protezioniste di Cina e Usa e l’apertura di un mercato di 127 milioni di consumatori per i nostri prodotti.
L’accordo con il Giappone costituisce, in prima analisi, una partnership strategica a livello geopolitico, un chiaro segnale contro le politiche protezioniste di Cina e Stati Uniti.
Il Paese, una democrazia consolidata, vanta un buon registro in materia di diritti dei lavoratori, uno dei migliori a livello mondiale, è un alleato dell’UE nella lotta al cambiamento climatico e garantisce livelli di protezione al consumatore, anche in materia sanitaria, assimilabili, seppur diversi nel metodo, a quelli europei.
A livello industriale, la determinazione di standard comuni fra due delle più grandi economie globali comporterà vantaggi competitivi per le produzioni europee e permetterà di elevare i nostri requisiti tecnici a gold-standard mondiali.
Questo elemento assume particolare importanza per i settori industriali, come quello automobilistico, per i quali la Cina aspira alla predominanza mondiale. Oggi, il Giappone è la quarta economia mondiale, il nostro secondo partner commerciale in Asia e rappresenta un mercato di 127 milioni di consumatori con un livello di spesa medio particolarmente alto. La bilancia commerciale per beni e servizi è sostanzialmente in parità.
L’UE esporta ogni anno 80 miliardi di euro di merci e servizi. L’export verso il Paese del sol levante sostiene più di 600 mila posti di lavoro in UE. Le aziende giapponesi impiegano circa mezzo milione di persone in Europa.
Previsti consistenti benefici per l’Italia. Le esportazioni europee verso il Giappone aumenteranno di 13 miliardi di euro, che si tradurranno in 180 mila nuovi posti di lavoro. Le esportazioni aiutano a sostenere quasi 90 mila posti di lavoro in Italia. Inoltre, l’accordo porterà benefici alle PMI, che rappresentano l’83% delle 15.000 aziende italiane che esportano in Giappone.
Inoltre l’accordo con il Giappone istituisce norme rigorose per i lavoratori e per la protezione dell’ambiente, imporrà il riconoscimento, da parte del Giappone, di oltre 200 specialità europee certificate, tra cui molte eccellenze italiane come il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano.
L’accordo non prevede un meccanismo sanzionatorio nel caso una delle parti non rispetti le disposizioni in materia di sviluppo sostenibile, diritti dei lavoratori e tutela dell’ambiente. Le destre europee, che rappresentano la maggioranza del Parlamento, hanno osteggiato questo meccanismo.
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