Rimozione quasi totale dei dazi doganali sui prodotti europei per Singapore.
Dopo aver fatto campagna elettorale negli ultimi anni contro qualsiasi accordo commerciale negoziato dall’UE, il governo M5S-Lega ha dato il suo consenso in sede di Consiglio. Inoltre, in evidente imbarazzo, sia la rappresentate del M5S che il deputato della Lega non si sono presentata al voto in Commissione INTA a gennaio.
Almeno tre sono i motivi dell’importanza di questo accordo commerciale:
- Con la rimozione quasi totale dei dazi doganali sui prodotti europei e degli ostacoli non tariffari agli scambi di merci, aumentano le nostre esportazioni, e grazie all’apertura del mercato dei servizi e degli investimenti di Singapore si creano più opportunità per le nostre imprese. Si prevede un aumento del PIL della UE di 550milioni di Euro nei prossimi 10 anni.
- L’accordo obbliga Singapore a: riconoscere gli standard europei, proteggendo quasi 200 indicazioni geografiche; a rispettare i diritti dei lavoratori, chiedendo la ratifica delle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro; e a onorare gli impegni presi in materia di lotta ai cambiamenti climatici, prevedendo impegni giuridicamente vincolanti sull’accordo di Parigi.
- Dal punto di vista geopolitico, rappresenta il primo accordo bilaterale in materia di scambi commerciali concluso tra l’UE e uno Stato membro dell’ASEAN.
Da un lato l’accordo spiana dunque la via per un accordo interregionale tra l’UE e l’ASEAN, e dall’altro permette all’UE di riempire il vuoto lasciato dagli Stati Uniti nella regione, a seguito dell'uscita dal partenariato Trans-pacifico.
L’accordo è molto vantaggioso per l’Italia, che esporta merci verso Singapore per un valore di oltre €2 miliardi. Sono circa 8.000 le imprese italiane ad esportare verso il Singapore, di cui l'83% sono di piccole e medie dimensioni.
L’accordo non prevede un meccanismo sanzionatorio nel caso una delle parti non rispetti le disposizioni in materia di sviluppo sostenibile, diritti dei lavoratori e tutela dell’ambiente. Purtroppo le destre europee, che rappresentano la maggioranza del Parlamento, hanno osteggiato questo meccanismo. Inoltre, Singapore deve ancora ratificare tre delle otto convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro.