L’adeguamento della UE delle proprie politiche di Vicinato. La stabilizzazione di questi paesi. Il riconoscimento delle differenze.
Nel 2015, in seguito in particolare alle Primavere arabe, all’avvento della minaccia dell’ISIS e con la crisi dei rifugiati, l’Unione europea ha ritenuto di dover adeguare la propria politica di Vicinato (che comprende la sponda Sud ed Est del Mediterraneo ma anche i Paesi dell’Est Europa e Caucaso come Bielorussia, Moldova, Ucraina, Georgia, Armenia e Azerbaijan) alla nuova fase storica.
Tra le novità fondamentali, il focus principale sulla stabilizzazione di questi Paesi, minacciati da crisi dentro e fuori i loro confini, quindi sulla sicurezza e l’antiterrorismo; il maggior coinvolgimento dei Paesi stessi nella definizione delle priorità, dopo anni di politiche imposte dall’alto dall’Unione; la differenziazione, ossia il riconoscimento delle grandi differenze esistenti tra ciascuno di questi Paesi, e di conseguenza la necessità di adottare approcci diversi a seconda del contesto specifico.
Il Parlamento europeo, in particolare PD ed S&D, si è battuto per evidenziare l’importanza del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel rapporto con il Vicinato, chiedendo alla Commissione di non privilegiare la sicurezza a scapito di questi ultimi.