Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica il Parlamento ritiene che sia giusto prevedere sanzioni nei confronti dei partiti politici europei in caso di abusi nell'uso dei dati personali degli elettori.
Oggi la politica si fa usando i social media. La tecnologia e i sistemi informatici sono parte integrante delle nostre vite ed è per questo che è importante avere la garanzia che chi li usa lo faccia nella legalità e sulla base di regole comuni e che sia possibile prevedere sanzioni anche pecuniarie nel caso di violazioni.
Lo scandalo di Cambridge Analytica ha dimostrato la facilità con la quale è possibile manipolare le opinioni dei cittadini, tracciando il loro profilo politico dai dati personali degli utenti e quanto sia altrettanto facile farne un cattivo uso per influenzare poi le scelte politiche.
Ce ne sono parecchi di esempi di persone o fazioni politiche che hanno usato delle fake news sull'Unione europea a fini elettorali nelle recenti campagne elettorali in diversi paesi.
Di fronte a queste gravi ingerenze è giusto prevedere sanzioni nei confronti dei partiti politici europei in caso di abusi nell'uso dei dati personali degli elettori. Tuttavia, servono non solo le linee guida, ma serve anche una task force messa in campo dall'Unione europea per contrastare l'uso di fake news, che ci sarà sicuramente utilizzando dati manipolati degli elettori.
A fronte di queste pratiche che potrebbero distorcere i risultati delle prossime elezioni europee è necessario riuscire a difendere lo spazio pubblico non solo con queste linee guida, con norme e sanzioni, ma anche con una forte attività politica.
Su questo terreno non solo la Commissione ma tutti i gruppi, i partiti e i paesi devono lavorare perché non sia possibile che azioni di influenza ingannevole modifichino i risultati.