07
Mar

Economia collaborativa (“sharing economy”)

Servono regole e principi a livello europeo per evitare i conflitti come quello tra Uber e tassisti. Bisogna applicare regole differenti ai servizi professionali, garantire la trasparenza delle infromazioni e tutelare i lavoratori come i riders di  Foodora e Deliveroo.

Solo un quadro di regole e principi a livello europeo potrà consentire al nuovo modello di business della sharing economy (non si tratta solo dei colossi “Uber e Airbnb”) di offrire importanti opportunità e benefici tangibili ai cittadini, e potrà evitare la frammentazione normativa a livello nazionale, regionale e talvolta locale che non consente il pieno sviluppo del settore e crea incertezza sulle norme da applicare al fenomeno “sharing”.

I concetti principali, ribaditi nella relazione:

  • in primis, sarà necessario distinguere in maniera chiara quando si tratta di un fornitore di servizi professionali, o invece non professionali (i c.d. “pari”), al fine di applicare regole differenti;

  • in un sistema che si fonda su reputazione e fiducia, è stata inoltre ribadita l´importanza della trasparenza ed affidabilità delle informazioni che sono fornite agli utenti delle piattaforme collaborative;

  • attenzione alla tutela dei diritti dei lavoratori nel settore dei servizi collaborativi (i lavoratori da piattaforma, come ad esempio i “riders” di Foodora o Deliveroo) in modo da garantire condizioni di lavoro eque e una protezione sociale adeguata, a partire dal loro diritto di azione e di contrattazione collettive anche qualora si tratti di lavoratori autonomi;

  • assicurare che siano evitati casi di concorrenza sleale nei confronti delle aziende che operano nei c.d. settori tradizionali.

Si tratta di un modello innovativo, a cavallo tra cooperazione e business, che ha riscontrato il favore dei consumatori grazie all´abbattimento dei prezzi e ad una maggiore scelta e qualità dei servizi; se ben regolato, può avere un impatto positivo sulla società.

Regole europee chiare ed armonizzate consentirebbero un maggiore sviluppo di queste realtà innovative anche in Italia, evitando casi di concorrenza sleale nei confronti dei settori tradizionali (la contrapposizione “Uber vs tassisti” è emblematica delle difficoltà di trovare un giusto equilibrio tra le disposizioni previste per lo sviluppo di servizi innovativi e i prestatori di servizi della “old economy”).

Relazione di iniziativa approvata in plenaria nel giugno del 2017.