Maggiori verifiche e adeguati contrappesi sul lavoro della Commissione europea, incluso un controllo più approfondito e una revisione delle procedure di nomina dei posti di alto livello. Alla Commissione si chiede anche di tenere conto più seriamente del diritto di iniziativa legislativa del Parlamento.
Il parlamento già esercita un controllo politico sulla Commissione: dall’elezione del Presidente, all’investitura dei Commissari, alla mozione di censura, a interrogazioni scritte e orali, iniziativa legislativa, sia pure indiretta attraverso i rapporti, la procedura di bilancio, l’esecuzione di bilancio.
Il lavoro che abbiamo svolto in Commissione AFCO è stato quello ampliare questi poteri e di prendere visione dello stato
Lo stato dell’arte sulla funzione di controllo politico del Parlamento europeo sull’attività della Commissione.
Maggiori verifiche e adeguati contrappesi sul lavoro della Commissione europea, incluso un controllo più approfondito e una revisione delle procedure di nomina dei posti di alto livello. Un esempio, la denuncia e l’opposizione alla nomina di Martin Selmayr a segretario generale, un caso che sfiora il nepotismo e in barba alle più elementari norme di scelta equa e trasparente.
Un altro monito rivolto alla Commissione è quello di tenere conto più seriamente del diritto di iniziativa legislativa del Parlamento, considerando che questi è l’organo eletto direttamente dai cittadini europei. In questa stessa chiave di lettura, per una maggiore trasparenza e democrazia, va interpretato il sostegno politico al processo Spitzenkandidaten: indicando fin dall’inizio della campagna elettorale i candidati, i cittadini europei potranno avere voce in capitolo scegliendo con il loro voto il futuro Presidente della Commissione.
Questo controllo politico sull’esecutivo si è declinato nella richiesta di abbassare la soglia per lanciare una mozione di censura contro la Commissione. Questo strumento potente il Parlamento europeo deve avere la capacità di usarlo nei casi più estremi di irregolarità.