Il documento chiede, fra l’altro, che gli Stati Membri istituiscano, in collaborazione con le organizzazioni dei giornalisti, specifici organismi di regolamentazione che possano documentare violenze, minacce o pressioni subite dai reporter e occuparsi della loro tutela a livello nazionale. Inoltre, si chiede sia alla Commissione Europea che agli Stati Membri di investire risorse sull’alfabetizzazione mediatica.
Il testo esprime la necessità che la libertà di espressione sia difesa attivamente dalle istituzioni anche attraverso un apposito quadro normativo e guarda sia alle regole per salvaguardare il pluralismo e l’indipendenza dell’informazione, sia all’universo dei new media e di Internet, dove maggiore è la necessità di bilanciare l’esercizio della libertà di espressione con il rispetto della dignità della persona e dei diritti fondamentali.
Il documento chiede, fra l’altro, che gli Stati Membri istituiscano, in collaborazione con le organizzazioni dei giornalisti, specifici organismi di regolamentazione che possano documentare violenze, minacce o pressioni subite dai reporter e occuparsi della loro tutela a livello nazionale. Inoltre, si chiede sia alla Commissione Europea che agli Stati Membri di investire risorse sull’alfabetizzazione mediatica per consentire agli utilizzatori del web di riconoscere più facilmente notizie e contenuti falsi, mentre ai gestori di social media si chiede di sviluppare strumenti che consentano agli utenti di segnalare potenziali fake news.
La risoluzione propone anche tutele per gli informatori che agiscono nell’interesse pubblico rivelando casi di malaffare e, infine, misure per contrastare la pubblicazione di contenuti illeciti, tra cui quelli legati alla propaganda terroristica, alla pedopornografia e al cyberbullismo.
Tutelare i giornalisti da violenze e minacce significa proteggere il diritto all’informazione e, con esso, la democrazia. L’invito all’adozione di un quadro normativo specifico che il Parlamento Europeo ha rivolto ai Paesi Membri e alla Commissione Europea è particolarmente importante anche per l’Italia, che nel panorama mondiale risulta, statisticamente, tra i Paesi con maggiore frequenza di minacce o episodi di violenza nei confronti degli operatori dell’informazione.