Sulle macroregioni abbiamo chiesto maggiore flessibilità nelle modalità di finanziamento e una governance condivisa con i livelli locali e reginoali. Abbiamo rilanciato l’idea di una nuova macroregione che coinvolga il Mediterraneo occidentale.
L’interim report sulle strategie macroregionali è stata l’occasione per verificare lo stato di attuazione delle quattro strategie europee attualmente esistenti: il Baltico, il Danubio, l’Adriatico-Ionica e l’Alpina.
Per la prima volta, la Commissione ha presentato un report che prendesse in considerazione l’insieme delle Strategie e che ci ha fornito un quadro d’insieme sugli obiettivi conseguiti e sugli aspetti positivi, ma anche sulle difficoltà e sugli ostacoli che ancora impediscono una piena attuazione dello strumento.
In questo senso, abbiamo sottolineato l’esistenza di strategie macroregionali “reali, concrete e non artificio burocratico”, capaci di allineare le loro priorità e i loro obiettivi con la programmazione dei Fondi strutturali, per consentire alle macroregioni di trasformarsi veramente in uno strumento per l’attuazione della politica di coesione. In secondo luogo, che è necessario sviluppare maggiore flessibilità nelle modalità di finanziamento: spesso, risulta estremamente complicato reperire i finanziamenti necessari per i progetti.
Sulla governance, altro tema delicato, abbiamo ribadito che l’attuazione delle strategie non può più essere affidata ai soli governi nazionali, ma che va’ condivisa e realizzata con il consenso e con la stretta cooperazione dei livelli locali e regionali.
In quella circostanza abbiamo anche rilanciato l’idea di una nuova macroregione che coinvolga il Mediterraneo occidentale, che coinvolga Italia, Francia, Spagna, Malta, Grecia, Tunisia, Algeria, Marocco.
A livello di analisi, esiste una pluralità di studi che dimostra come, alla luce sia delle sfide attuali in tema di sicurezza e di migrazione, sia dell’esigenze di intensificare partenariati, ad esempio in tema di sicurezza ambientale e di approvvigionamento delle fonti energetiche, e scambi commerciali, questo strumento possa risultare particolarmente efficace, assicurando una forma più strutturata di cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo Occidentale.