La cooperazione pacifica tra popoli e nazioni, la promozione della coesione economica, sociale, territoriale e la solidarietà tra regioni sono concetti di base dell’idea di Unione Europea. Obiettivi che, in questi anni sono stati perseguiti soprattutto attraverso la Politica di Coesione, la principale politica di investimento per l’occupazione e la crescita e per ridurre le disparità territoriali, contribuendo a riavvicinare cittadini e territori al progetto europeo.
Il rallentamento delle economie, i vincoli di bilancio, le conseguenze della Brexit rischiano di vanificare questi sforzi, ampliando diseguaglianze tra i territori, e tra aree dell’Unione. Per questo abbiamo bisogno di una politica di coesione rinnovata, ma salda nei suoi obiettivi, che tragga insegnamenti dalle esperienze passate, per meglio rispondere alle sfide odierne. Sarà importante disporre di un bilancio adeguato, ma fondamentale predisporre strumenti capaci di contrastare sfide vecchie e nuove, come il cambiamento climatico, le conseguenze sociali della crisi economica, i mutamenti demografici.
Con il voto sui regolamenti dei fondi Strutturali, abbiamo aumentato la dotazione per il FESR e il Fondo di coesione nel 2021-2027, per tutte le Regioni: a) regioni meno sviluppate: da 198 a 222miliardi b) transizione: da 45M a 51M c) più sviluppate: da 34M a 39M e) Fondo Coesione da 41M a 46M Inoltre, abbiamo introdotto una serie di modifiche con l’obiettivo di riavvicinare le politiche di coesione ai bisogni di territori, regioni, città, piccoli comuni e cittadini europei.
1) Concentrazione tematica: più flessibilità per regioni e Stati Membri. Almeno il 30% in tutte le regioni, assegnato agli obiettivi ambientali. 2) Flessibilità: possibilità che lo Stato Membro chieda una flessibilità ulteriore (nell’ambito del Semestre Europeo), per cofinanziare progetti europei strategici. 3) Aree Urbane: la commissione aveva proposto il 6% da destinare alle aree urbane. Abbiamo aumentato il limite minimo di questa dotazione al 10%. Parliamo di oltre 28 miliardi di sole risorse europee (per l’Italia quasi 3 miliardi) 4) Piccoli comuni: abbiamo introdotto, per la prima volta, una dotazione specifica per i piccoli comuni e per le aree interne, con difficoltà di accesso ai servizi di base. Parliamo di almeno il 5%, che corrisponde a 14Miliardi di euro, per l’Italia circa 1,5 miliardi di euro. 5) Parchi naturali e distretti turistici: per la prima volta assegniamo un ruolo attivo nella realizzazione delle politiche di coesione a due strumenti importanti: a) parchi naturali, per la salvaguardia, la preservazione e la rivitalizzazione della biodiversità e patrimonio naturale b) distretti turistici, per il rilancio di un turismo sostenibile e per la valorizzazione dei beni naturali e culturali. 6) Terremoti e eventi calamitosi: abbiamo richiesto esplicitamente che la politica di coesione finanzi la prevenzione dei rischi non solo per gli eventi dovuti al cambiamento climatico (come inondazioni e frane), ma anche i terremoti.