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Nov

Accordo UE-Ucraina sul commercio delle carni di pollame

Accordo UE-Ucraina che modifica le preferenze commerciali per le carni di pollame e le preparazioni derivate

L'UE e l'Ucraina hanno concluso un accordo di libero scambio globale e approfondito (DCFTA), in applicazione provvisoria dal 1 ° gennaio 2016. Questo accordo prevede l’apertura reciproca dei mercati di beni e servizi, in base a regole precise. L’apertura viene limitata in alcuni casi, tramite l’utilizzo dello strumento dei contingenti tariffari per prodotti considerati sensibili, come nel caso di alcuni tagli di carne di pollame, come il petto.

Il DCFTA, ovvero il pilastro commerciale, si colloca nel più ampio Accordo di Associazione (AA), che comprende due ulteriori pilastri, politico e di cooperazione, applicato in via provvisoria dal novembre 2014. 

In questo contesto, a partire dalla metà del 2016, si è verificato un aumento esponenziale di esportazioni dall’Ucraina di un nuovo taglio di pollame, costituito da un petto non disossato tradizionale con gli omeri delle ali attaccati. Tali esportazioni non costituivano una violazione degli accordi con la UE, dal momento che - legalmente - il taglio esportato dall’Ucraina rientrava nella categoria di pollame generico e non in quella più pregiata e contingentata del petto di pollame. Tuttavia, una volta varcate le frontiere europee, era necessaria una trasformazione minima per poter rivendere la carne come petto di pollame. Le importazioni illimitate di tali pezzi (di cui 55 500 tonnellate dall'Ucraina nel 2018) ponevano dei rischi per il delicato equilibrio del mercato avicolo europeo.

Per questo motivo, il 20 dicembre 2018 il Consiglio ha autorizzato la Commissione ad avviare i negoziati con l'Ucraina al fine di trovare una soluzione modificando le preferenze commerciali per le carni di pollame e le preparazioni derivate previste dall'Accordo di Associazione. 

Il 19 marzo 2019 i negoziati si sono conclusi positivamente con l’aumento del contingente previsto per le importazioni esenti da dazi da 20.000 a 70.000 tonnellate e la previsione di applicare dazi anche su questo “nuovo” taglio di pollame, una volta superate queste quote (evitando quindi esportazioni potenzialmente illimitate).

Al fine di eliminare rapidamente il rischio di importazioni in esenzione da dazi di tali pezzi di pollame, l’accordo è stato negoziato in forma di scambio di lettere,.