Salute e sostenibilità ambientale sono le due facce della stessa medaglia e le politiche europee devono tenerne conto, in primo luogo investendo di più sulla prevenzione. E' questa la “rivoluzione copernicana” chiesta da medici e rappresentanti della società civile in un'iniziativa che ho promosso lo scorso 17 dicembre al Parlamento europeo a Strasburgo.
I dati sulla spesa per la sanità negli Stati membri europei e quelli sull'invecchiamento demografico indicano che abbiamo bisogno di ripensare il nostro paradigma di cura della salute se vogliamo mantenere dei sistemi sanitari sostenibili economicamente. Si tratta di un tema di estrema attualità nel momento in cui l'Unione europea si accinge ad affrontare la nuova legislatura mettendo i temi ambientali e della sostenibilità in cima alle priorità.
A livello politico bisogna mettere insieme attori diversi, dalle aziende, alle università alle organizzazioni della società civile per spostare l'attenzione dalla cura della malattia alla sua prevenzione, attraverso la diffusione di buone pratiche e stili di vita sani e l'adozione di strategie per la riduzione dell'uso di antibiotici. Secondo i dati Eurobarometro nel 2050 i morti a causa della resistenza agli antibiotici potrebbero ammontare a oltre 2.4 milioni di persone. Un europeo su tre (32%) ha assunto antibiotici lo scorso anno. L’uso minore si è verificato in Svezia (20%) e in Olanda (21%), quello maggiore in Italia (47%), dove comunque si è registrato un lieve calo rispetto a Eurobarometro 2016 sul tema. Statisticamente ha assunto più antibiotici chi ha un percorso educativo più breve, ha più problemi economici o è disoccupato. Si tratta di un problema che deve essere affrontato a livello europeo, sapendo inoltre che aumentare la prevenzione significa ridurre anche l'impronta ecologica dei sistemi sanitari.
Ma la rivoluzione copernicana deve coinvolgere anche il mondo della ricerca. Per risolvere le grandi sfide sociali, energia, acqua, clima, alimentazione, salute, le scienze e le scienze umane devono collaborare. Tuttavia la ricerca che trascende i confini accademici tradizionali è più difficile da finanziare, rivedere e pubblicare.
Per questo gli attori che partecipano all'iniziativa “Salus” chiedono di affiancare alle cure tradizionali un forte impegno sulla prevenzione, di promuovere le azioni a carattere
intersettoriale, trasversale e sinergico e si investire su strategie che permettano di allineare al bene comune le convenienze economiche dei maggiori attori.