03
Lug

I criteri per definire gli investimenti sostenibili 

Via libera del Parlamento europeo al nuovo Regolamento sui prodotti finanziari sostenibili. Si tratta del primo provvedimento al mondo che definisce un sistema di classificazione (tassonomia) con criteri standardizzati per determinare se un’attività economica è sostenibile dal punto di vista ambientale.

Di Simona Bonafè

Durante l’ultima seduta plenaria il Parlamento europeo ha approvato un nuovo Regolamento sui prodotti finanziari sostenibili. Si tratta del primo provvedimento al mondo che definisce un sistema di classificazione (tassonomia) con criteri standardizzati per determinare se un’attività economica è sostenibile dal punto di vista ambientale.

Solo per combattere l’emergenza climatica e ridurre le emissioni, l’Europa deve investire ogni anno circa 200 miliardi in energie rinnovabili ed efficienza energetica. Le risorse necessarie diventano ancora più importanti se consideriamo altre trasformazioni essenziali come il passaggio ad un’economia circolare con un uso efficiente delle materie prime e la valorizzazione attraverso il riciclaggio dei nostri rifiuti.

Per andare avanti con quello che è un vero e proprio cambiamento di paradigma, le finanze pubbliche non bastano, è fondamentale mobilitare anche gli investimenti privati, una dinamica che può essere facilitata da questo provvedimento. D’ora in avanti i progetti e le attività economiche potranno essere misurati secondo parametri di sostenibilità ambientale certi e riscontrabili. Questo accrescerà l’affidabilità dei prodotti finanziari “verdi”, rendendoli più appetibili, e porterà gradualmente allo scoperto quei prodotti che sono invece collegati ad attività dall’impatto ecologico  problematico.

Si tratta di un importante passo avanti in termini di trasparenza che, da un lato integrerà maggiormente le valutazioni ambientali nelle attività e nei piani dei grandi attori finanziari ed economici, dall’altro accrescerà la possibilità anche per i semplici risparmiatori di poter effettuare scelte di investimento consapevoli.

L’obiettivo è di incoraggiare l’insieme del mercato finanziario a puntare sempre più sulle attività economiche sostenibili, abbandonando gradualmente quelle più inquinanti, dannose per l’ambiente e sempre meno solide anche dal punto di vista economico.

Nel provvedimento approvato, che ho seguito come relatrice per il Gruppo dei Socialisti e Democratici, siamo riusciti ad allargare positivamente lo spettro delle attività economiche che possono contribuire agli obiettivi climatici ed ambientali, includendo attività che vanno dall’energia, ai trasporti, passando per la gestione delle risorse idriche, il riciclaggio dei rifiuti e la tutela della biodiversità.

In termini di salvaguardie ed a scanso di ogni equivoco, abbiamo poi messo nero su bianco l’esclusione del carbone e di ogni attività ad esso associata, cosi come, sul fronte dei rifiuti, abbiamo chiarito che nessuna attività economica potrà essere considerata sostenibile a fronte di uno smaltimento a lungo termine dei suoi rifiuti passibile di causare danni significativi all’ambiente.

Nei prossimi mesi il Regolamento sarà seguito dagli atti tecnici che definiranno i parametri e dal 2021 la tassonomia sarà finalmente operativa. Un nuovo importante tassello per mobilitare gli investimenti necessari ad una giusta transizione verso un’economia sostenibile in cui nessuno viene lasciato indietro.

 

Simona Bonafè

Vice Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici