03
Lug

Per il vaccino contro il coronavirus e la difesa della salute serve più Europa

Serve un'Unione europea capace di agire all'unisono per finanziare la ricerca di vaccini e medicamenti, per sostenere le economie in crisi, per garantire la circolazione delle merci e gli scaffali pieni anche nei momenti più difficili. Serve l'Unione europea unita e forte sullo scenario globale per evitare che la corsa al vaccino si trasformi in una lotta hobbesiana a spese dei Paesi più deboli del globo

Di Patrizia Toia

La pandemia del coronavirus di questi mesi è stata un trauma che è destinato a cambiare il modo in cui pensiamo e in cui ordiniamo le nostre priorità. La difesa della salute è diventata per tutti la priorità numero uno e in molti oggi stanno scoprendo quello che al Parlamento europeo diciamo da tempo: non c'è difesa della salute senza integrazione europea e investimenti europei in ricerca e innovazione.

Di fronte a un evento così sconvolgente l'arroccamento all'interno dei confini nazionali proposto dai sovranisti come soluzione a ogni male ha rivelato tutta la sua fragilità. Serve il contrario, un'Unione europea capace di agire all'unisono per finanziare la ricerca di vaccini e medicamenti, per sostenere le economie in crisi, per garantire la circolazione delle merci e gli scaffali pieni anche nei momenti più difficili. Serve l'Unione europea unita e forte sullo scenario globale per evitare che la corsa al vaccino si trasformi in una lotta hobbesiana a spese dei Paesi più deboli del globo. Il vaccino non sarà disponibile prima della fine dell'anno o dell'inizio del 2021. Senza un accordo europeo, e poi più vasto, su come produrlo e distribuirlo rischiamo di far precipitare l'Europa e il resto del mondo in una “guerra sanitaria”. Per questo ho chiesto che Bruxelles promuova un Accordo Globale sul vaccino come quello di Parigi sul cambiamento climatico.

Inoltre oggi L'Unione Europea ha creato il più grande programma di ricerca e innovazione del mondo: Horizon 2020. La ricerca e l'innovazione sono il motore più importante della crescita: si stima infatti che il guadagno in termini di Pil per l'intera Ue dovuto proprio grazie ad Horizon 2020 si aggiri tra i 400 e i 600 miliardi di euro entro il 2030. Esso infatti guida lo sviluppo di attività ad alta intensità di conoscenza, che rappresentano oltre il 33% dell'occupazione totale in Europa.

In vista di un futuro molto impegnativo, siamo ora nelle fasi finali di preparazione del programma ancora più ambizioso che lo sostituirà dal 2021: Horizon Europe. Questo nuovo programma dispone di solidi strumenti e di approcci innovativi, come le nuove partnership pubblico-privato e le missioni su larga scala per aiutarci a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.  Se l'Europa sarà in grado di affrontare la decarbonizzazione e la trasformazione digitale, questo dipenderà anche dallo sviluppo e dagli aggiornamenti sul fronte innovazione e sulle nuove tecnologie. Se vogliamo raggiungere l'obiettivo potenziale di riduzione del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2030, che è di natura trasformativa per tutti i settori industriali in Europa, avremo bisogno di sforzi coordinati e di un forte Horizon Europe.

Infine serve più Unione europea nella gestione della sanità, che fino ad oggi è stata esclusivo appannaggio degli Stati membri. Per questo la Commissione europea, rispondendo alle nostre richieste, ha proposto il piano EU4Health. Si tratta di un nuovo e ambizioso programma per la salute dotato di 9,4 miliardi di euro, che darà all'Ue la possibilità di costituire riserve di forniture mediche da utilizzare in caso di crisi, creare una riserva di personale sanitario e di esperti che possano essere mobilitati per prevenire crisi sanitarie o per rispondervi, formare professionisti del settore sanitario affinché siano mobilitati in tutta l'Ue, intensificare la sorveglianza delle minacce sanitarie e aumentare la resilienza dei sistemi sanitari per garantire migliori risultati per la salute di tutti. Il budget proposto è composto da somme direttamente provenienti dal bilancio Ue e da altre che arriveranno da  operazioni di assunzione di prestiti, come stabilito dal regolamento relativo allo Strumento Ue per la ripresa.

La Commissione ha fatto le sue proposte e noi eurodeputati siamo pronti ad approvarle rapidamente. Ora spetta ai Governi riuniti nel Consiglio trovare un accordo per rispondere alle aspettative dei cittadini: un'Unione europea capace di difendere la salute.