Situazione umanitaria in Venezuela e le crisi migratorie e dei rifugiati
La risoluzione fa riferimento a un dibattito in plenaria avvenuto il 18 dicembre scorso sulla situazione umanitaria in Venezuela. In quella sede e nei mesi seguenti, i gruppi politici decisero di posporre momentaneamente la risoluzione per non anticipare i risultati della Conferenza internazionale di solidarietà ai rifugiati e migranti venezuelani. L’iniziativa, promossa inizialmente dall’allora Alto Rappresentante Federica Mogherini, è organizzata da Unione europea e Spagna, con il sostegno dell’Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM). Rimandata diverse volte dall’Alto Rappresentante Borrell, alla ricerca di nuove soluzioni e preoccupato per la scarsa efficacia della stessa, ha infine avuto luogo il 26 maggio scorso.
La Conferenza
I partecipanti si sono impegnati a mobilitare 2,544 miliardi di euro (di cui 595 milioni in sovvenzioni) in fondi umanitari per il Venezuela e la sua diaspora. L’UE e i suoi Stati membri hanno promesso di mobilitare in totale 231,7 milioni di euro in finanziamenti a fondo perduto, mentre la Commissione europea, da sola, si è impegnata a stanziare 144,2 milioni di euro per “l’assistenza umanitaria immediata, un sostegno allo sviluppo a medio e più lungo termine e interventi volti a prevenire i conflitti nell’area”. Infine, la Banca europea per gli investimenti (BEI) si è impegnata per ulteriori prestiti per un valore di 400 milioni di euro. Per l’Italia ha partecipato alla Conferenza la vice ministra agli Esteri, Emanuela Del Re, che ha annunciato il contribuito di 3 milioni di euro che finanzierà il piano regionale delle Nazioni Unite di assistenza a migranti e rifugiati. Ma occorre cautela: Borrell ha più volte chiesto di rimandare la Conferenza per elaborare proposte creative ma più efficaci come ad esempio il programma “oil for food”, ossia la fornitura di derrate alimentari in cambio di petrolio, che infine non è stato approvato. In passato, infatti, nonostante le promosse, i donatori non hanno mai rispettato appieno i propri impegni erogando solo una piccola parte delle somme promesse. Non è quindi scontato che le somme proposte dalla Conferenza verranno effettivamente rispettate.
Sviluppi
Sono due le sostanziali novità nel prolungarsi della crisi in Venezuela che vede la presenza di due Governi. La prima è che Maduro e Guaido di fronte alla crisi sanitaria hanno firmato un accordo per coordinare gli sforzi contro l’infezione. Il secondo nuovo elemento è che a causa della crisi, gli emigrati in Colombia che hanno perso il lavoro sono iniziati a tornare in patria. Circa 70 mila persone sarebbero infatti tornate in Venezuela. Troppe per Maduro, che si è sempre speso pubblicamente per il rientro dei suoi compatrioti, ma che ora li accusa di essere emissari del governo colombiano. La situazione umanitaria, già precaria per il continuo impoverimento della popolazione e sotto maggiore pressione a causa del rientro di molti emigrati, è quindi aggravata dalla crisi sanitaria che ha colpito il paese in maniera violenta.
Il clima politico in Parlamento europeo e la risoluzione
PPE e Renew hanno promosso la risoluzione scontrandosi con S&D che proponeva una dichiarazione dell’Alto Rappresentante. Facendo uso strumentale di un vecchio accordo su una risoluzione sulla situazione umanitaria, i due gruppi politici riescono a evitare che Borrell intervenga in plenaria e allo stesso tempo promuovere un testo particolarmente politico. Se, infatti, la risoluzione a firma S&D si concentra sulla situazione umanitaria, è probabile che quelle proposte da liberali e popolari siano politiche e richiamino al riconoscimento di Guaidò come legittimo presidente venezuelano.