Tutti insieme abbiamo elogiato ricercatori e scienziati che, anche con strutture e stipendi non adeguati, hanno portato avanti eroicamente il loro lavoro. Non possiamo fermarci ora con un bilancio comunitario per i prossimi sette anni che è insufficiente.
Questo è un accordo storico perché l'Unione europea ha imboccato la giusta direzione per il nostro futuro. Si è scelta l'unità dell'Europa, si è scelta la solidarietà tra gli Stati e si è scelta la responsabilità di affrontare insieme con strumenti comuni non solo la crisi economica, ma anche i problemi dei cittadini come il lavoro o la salute, rivelando finalmente anche l'anima sociale dell'Europa. Si è capito, infine, che se cade un Paese prima o poi tutti possono cadere. Oggi nazionalisti e sovranisti di tutta Europa non hanno argomenti per criticare l'Ue.
Ma tanto è grande l'apprezzamento per questo risultato, tanto è forte la delusione e il rifiuto per un Quadro Finanziario Pluriennale non coerente e forse persino dannoso per gli obiettivi che il Recovery Fund si pone. Non si può tagliare cultura, istruzione e ricerca. Abbiamo passato gli ultimi mesi a pendere dalle labbra di scienziati, medici e ricercatori per capire come comportarci e come sopravvivere. E anche oggi il nostro futuro, la nostra vita e le nostre economie dipendono dagli esiti delle ricerche in corso per quanto riguarda vaccini e farmaci. Tutti insieme abbiamo elogiato ricercatori e scienziati che, anche con strutture e stipendi non adeguati, hanno portato avanti eroicamente il loro lavoro. Non possiamo fermarci ora con un bilancio comunitario per il prossimi sette anni che è insufficiente