Dichiarazione del Consiglio e della Commissione in preparazione del Consiglio europeo, in particolare sulla pericolosa escalation e il ruolo della Turchia nel mediterraneo orientale
Nell’ultimo decennio, il Mediterraneo orientale è stato oggetto di desiderio da parte dei Paesi dell’aerea. Nel 2009 furono infatti scoperti dei giacimenti di idrocarburi tra Cipro e Israele, mentre nel 2015 altri giacimenti furono individuati vicino alle coste egiziane. Da allora, l’Unione europea ha collaborato all’ambiziosa progettazione del gasdotto EastMed, che dovrebbe collegare i Paesi del Mediterraneo orientale (Cipro, Israele e Egitto) e permettere al gas di arrivare in tutta l’Europa continentale passando attraverso la Grecia e l’Italia. La costruzione di tale gasdotto sarebbe molto importante per l’UE, perché permetterebbe ai nostri Stati membri di aumentare la propria sicurezza energetica e dipendere in misura minore dagli approvvigionamenti russi.
Vistasi esclusa dal progetto, a fine 2019 la Turchia ha però deciso di st0ipulare un accordo con Serraj per la creazione di una zona economica esclusiva (ZEE) con la Libia, che permetterebbe al governo di Erdoğan di esplorare zone marittime più vaste e, in cambio, inviare aiuti e sostegno militare alla Libia qualora necessario. La Grecia si è opposta a tale accordo sostenendo fosse contrario al diritto internazionale (e, più in particolare, la convenzione ONU sulla legge dei mari - UNCLOS - conosciuta anche col nome di Convenzione di Montego Bay) e ha reagito stipulando anch’essa una ZEE con l’Egitto, la quale si sovrappone per alcune parti a quella voluta da Erdoğan.
Le tensioni nel Bacino del Levante non sono nuove. Già lo scorso anno l’UE impose delle sanzioni economiche contro la Turchia, colpevole di non aver rispettato il diritto internazionale e aver cominciato a trivellare i giacimenti di gas naturale all’interno della ZEE di Cipro.
Tuttavia ciò non ha fermato Erdoğan, che ha deciso di riprendere le sue esplorazioni nelle settimane scorse a largo della Grecia, causando una crisi internazionale mediata all’ultimo dalla Germania.