Dichiarazione dell’Alto Rappresentante sulla situazione in Bielorussia - con risoluzione
Il 9 agosto scorso, il popolo bielorusso è stato chiamato alle urne per la sesta volta dalla caduta del muro di Berlino per eleggere il suo Presidente. La campagna elettorale era stata caratterizzata da numerosi arresti dei candidati presidenziali e altri oppositori di regime.
Secondo i risultati ufficiali, Alexander Lukashenko avrebbe ottenuto l’80,1%, mentre Sviatlana Tsikhanouskaya si sarebbe fermata al 10,1%.
Inaspettatamente, i cittadini bielorussi sono scesi nelle piazze di tutto il Paese per contestare pacificamente il risultato elettorale a favore di Lukashenko, denunciare i brogli e chiedere nuove e libere elezioni. Il governo di Lukashenko ha risposto reprimendo violentemente le proteste.
L'opposizione bielorussa, sotto la guida della candidata presidenziale Sviatlana Tsikhanouskaya, ha istituito un Consiglio di coordinamento composto da 70 membri per istituire una controparte per un dialogo nazionale che permetta l’avvio di una transizione democratica. Negli ultimi giorni diversi membri del Consiglio di coordinamento sono stati arrestati o citati dinanzi al comitato investigativo bielorusso, tra cui la vincitrice del premio Nobel per la pace Sviatlana Alexievitch.
Le reazioni UE
Il 14 agosto, il Consiglio “Affari esteri” ha inserito la questione bielorussa all’ordine del giorno e il 19 agosto, il Consiglio europeo ha condannato le violenze commesse dal regime, ha richiesto l’immediato rilascio di tutti gli oppositori politici, ha dichiarato di non riconoscere il risultato elettorale e ha richiesto l’avvio di un dialogo nazionale. Inoltre, il Consiglio ha annunciato l’elaborazione di sanzioni mirate contro le autorità direttamente responsabili delle violenze. Germania, Francia e Italia hanno però evidenziato la loro contrarietà a un inserimento di Lukashenko nella lista in questione, ritenendo che sia necessario mantenere aperta una linea di dialogo con lo stesso.
Il 17 agosto, anche i maggiori gruppi politici del Parlamento europeo (PPE, S&D, Renew Europe, Verdi e ECR) hanno pubblicato una dichiarazione comune unendosi all'appello del popolo bielorusso per nuove elezioni libere ed eque.
ll gruppo negozierà con gli altri gruppi il testo di una relazione sulla base dei seguenti punti:
• Disconoscimento del risultato elettorale e supporto del PE a elezioni libere, sotto osservazione dell’OSCE/ODIHR;
• Ferma condanna delle violenze; i responsabili delle stesse devono essere perseguiti legalmente; tutte le persone arrestate devono essere immediatamente rilasciate;
• Serve una lista di sanzioni più ampia e mirate, che includa anche Lukashenko e coloro che hanno causato sia i brogli durante le elezioni che avvallato le violenze durante le manifestazioni pacifiche; le sanzioni non devono in alcun modo danneggiare la popolazione;
• Dobbiamo supportare un dialogo pacifico e un processo di transizione democratica, senza tuttavia trasformare tali proteste nazionali in un conflitto geopolitico;
• ETUC (sindacato europeo) ci ha chiesto di supportare i lavoratori nella relazione;
• L'assistenza finanziaria dell'UE non può andare a beneficio del regime bielorusso, ma deve sostenere la società civile;
• 'UE deve rivedere la sua politica nei confronti della Bielorussia e passare da un "impegno critico" a un "riesame critico". [NB: né nel nostro gruppo, né all’interno del PE c’è maggioranza per escludere il Paese dal Partenariato orientale];
• Più in generale, l'UE dovrebbe rivedere il suo approccio nei confronti dei Paesi del Partenariato orientale che violano gli impegni comuni in materia di democrazia, Stato di diritto, libertà fondamentali e diritti umani.