Nella prima sessione plenaria di ottobre il Parlamento Europeo ha espresso un voto importantissimo sul tema delle tutele per i giovani che muovono i primi passi nel mercato del lavoro.
Gli stage e i tirocini sono occasioni utilissime per studenti e neolaureati per sviluppare esperienze e competenze. Troppo spesso, però, vediamo che con il pretesto di fornire formazione utile per il curriculum vengono offerti stage non retribuiti e con scarso valore formativo, per giunta senza che al loro termine si concretizzi una prospettiva di assunzione stabile; spesso l’unica speranza è quella di una reiterazione del tirocinio come alternativa alla mera sostituzione con un nuovo stagista. Il risultato è che migliaia di giovani sono incastrati in una serie interminabile di situazioni di questo tipo, senza vedere profilarsi all’orizzonte un vero inquadramento contrattuale. Una situazione che ha ripercussioni profondissime sulla loro crescita professionale e la loro realizzazione personale. Basti pensare che in UE più della metà degli stagisti afferma di aver partecipato a uno stage che non prevedeva compenso. La pandemia da Covid-19 ha solo aggravato la situazione: un giovane su sei ha smesso di cercare lavoro, mentre a gennaio la disoccupazione giovanile in Europa era al 14,9%, ad agosto è salita al 17,9% e si prevede un’impennata nei prossimi mesi. In questo contesto, supportare l’inserimento nel mondo del lavoro per i giovani è fondamentale.
La pratica degli stage non pagati costituisce una grave violazione dei diritti di questi lavoratori in formazione, che devono avere diritti e tutele commisurati alla loro condizione.
Con questa consapevolezza, già nella scorsa legislatura mi sono battuto per stabilire regole chiare e un compenso minimo per i tirocini all’interno del Parlamento Europeo. Grazie al lavoro fatto con l’Intergruppo Giovani e con il supporto dell’allora Vicepresidente David Sassoli, abbiamo vinto una battaglia importante.
La Risoluzione su Garanzia Giovani approvata questa settimana è un’altra tappa fondamentale di questa battaglia. Già nelle scorse settimane la Commissione Europea ha avanzato una serie di proposte di modifica a questo programma, migliorando le strategie di comunicazione e allargando la platea dei beneficiari.
Oggi però serve fare di più, soprattutto sul fronte del diritto alla retribuzione degli stage.
Per questo, con il testo approvato, il Parlamento Europeo chiede alla Commissione Europea e al Consiglio anche di introdurre un nuovo strumento giuridico europeo che garantisca e applichi in tutta l’UE il principio di equa retribuzione per stagisti, apprendisti e tirocinanti. La risoluzione approvata costituisce quindi una posizione inedita da parte del Parlamento Europeo, che mai si era espresso così nettamente sul punto. In questo modo il Parlamento Europeo spinge in avanti l’asticella sul terreno dei diritti, condannando esplicitamente gli stage non pagati come sfruttamento del lavoro a tutti gli effetti. Viene chiesto, come primo passo, l’aggiornamento del Quadro Europeo di Qualità per i Tirocini, stabilendo criteri vincolanti sulla retribuzione, e si stabilisce di non finanziare con risorse europee progetti che prevedano stage senza equa retribuzione, un punto su cui la Commissione potrà intervenire in maniera forte, rendendo questa decisione operativa già nel 2021.
Il nostro obiettivo deve essere quello di bandire in tutta l’Unione i tirocini extracurriculari non retribuiti: ciò significa sostenere che la lotta alla disoccupazione giovanile non passa solo attraverso programmi di qualità per la formazione dei giovani, ma anche per la definizione di diritti chiari a tutela di chi entra nel mondo del lavoro. Il Parlamento Europeo ha stabilito una posizione netta e un obiettivo molto preciso, ora Commissione e Consiglio si uniscano a noi per restituire la dignità a una generazione troppo sfruttata.