23
Ott

PAC: sostegno ai piani strategici

Politica agricola comune - sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere e finanziati dal FEAGA e dal FEASR

Nel maggio 2018, la Commissione ha presentato la sua proposta di riforma della PAC, composta da tre atti legislativi: il Regolamento sui piani strategici (che riunisce al suo interno i precedenti regolamenti su pagamenti diretti e sviluppo rurale), il Regolamento sul finanziamento, la gestione e il monitoraggio della PAC, e il Regolamento che modifica l’attuale testo sull’Organizzazione Comune dei Mercati agricoli (OCM).

Nella proposta si cerca di promuovere un'agricoltura innovativa, resiliente e diversificata per garantire la sicurezza alimentare e rafforzare il tessuto socio-economico delle aree rurali, enfatizzando in particolare la tematica della sostenibilità "per rafforzare la tutela dell'ambiente e l'azione per il clima da parte degli agricoltori, e per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione in materia di ambiente e di clima". Tuttavia, la proposta del Commissario Hogan delegava agli Stati membri tutte le responsabilità per la pianificazione di una strategia che contrasti questa sfida epocale: di fatto, una ri-nazionalizzazione dell’intervento europeo per il settore agricolo e per le aree rurali.

Il nuovo modello basato sulle performance si fonda sulla redazione da parte di ciascuno Stato membro - e approvazione da parte della Commissione - di un piano strategico nazionale sulla base di un'analisi SWOT, per raggiungere nove Obiettivi Specifici (art. 6), che sono stati ulteriormente elaborati nella votazione della ComAGRI:

a) reddito agricolo adeguato, sicurezza alimentare e qualità a prezzi equi, sostenibilità economica dell'agricoltura europea;

b) maggiore orientamento al mercato, maggiori capacità di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, innovazione, scambio e trasferimento di conoscenze, economia circolare;

c) miglioramento della posizione contrattuale degli agricoltori tramite la maggiore aggregazione, contrattazione collettiva e filiere corte;

d) mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, garantendo al tempo stesso la sicurezza alimentare, riduzione delle emissioni di gas a effetto, sequestro del carbonio, protezione delle foreste;

e) maggiore sostenibilità, riducendo la dipendenza dagli agenti chimici e premiando le pratiche agricole che offrono benefici ambientali;

f) contrasto alla perdita della biodiversità, protezione della fauna benefica, compresi gli impollinatori, promozione di agro-biodiversità e agro-foresteria, prevenzione dei rischi naturali, ripristino e conservazione delle risorse idriche e dei suoli;

g) sostegno a nuovi e giovani agricoltori, e promozione dell’attività agricola femminile;

h) promozione della coesione sociale e territoriale nelle aree rurali, combattendo la povertà rurale, e garantendo condizioni di vita adeguate, anche attraverso la parità di genere e le pari opportunità;

i) maggiore orientamento verso le nuove richieste della società in termini di alta qualità e sostenibilità del cibo, produzione biologica, resistenza antibiotica, salute e benessere animale.

In merito al sostegno al reddito degli agricoltori (previsto dal Trattato per colmare parte della differenza tra i redditi medi del settore agricolo rispetto agli altri settori economici), è previsto il mantenimento dei pagamenti diretti solo per i “genuine farmers”, un pagamento redistributivo per le aziende medio-piccole, la possibilità di mantenere aiuti per i giovani agricoltori e quelli accoppiati alla produzione. Sull’architettura verde, l’esigenza di maggiore sostenibilità ambientale della nuova PAC (in linea con gli accordi di Parigi COP 21 e con l’impegno della UE in materia di obiettivi di sviluppo), sarà da realizzarsi con regole più semplici ed indicatori di risultato. Alle attuali misure ambientali (greening), che diventano obbligatorie al fine di poter accedere ai fondi PAC, si aggiunge l’obbligo di prevedere schemi ambientali obbligatori per gli Stati Membri e volontari per gli agricoltori, sia nei pagamenti diretti (eco-schemes) che nello sviluppo rurale (misure agro-ambientali). 

Vengono inoltre mantenute le misure di mercato relative ai programmi operativi per ortofrutta, olio d’oliva, miele, settore vitivinicolo, luppolo.

Data la forte opposizione all’eccessiva sussidiarietà garantita dalla nuova architettura istituzionale, e data la mancanza di miglioramenti significativi nel lavoro delle Commissioni responsabili, il Gruppo S&D aveva deciso di votare contro la relazione, comunque approvata dalla Commissione AGRI il 2 aprile 2019. Per queste ragioni, dato che il testo non era stato ancora validato dalla Plenaria all’inizio dell’attuale legislatura, come Gruppo S&D abbiamo voluto riaprire le discussioni al fine di arrivare a un approccio molto più ambizioso.  I negoziati per raggiungere un testo di compromesso più ambizioso, sono ripartiti immediatamente e, nonostante alcuni rallentamenti dovuti alle numerose richieste della Commissione ENVI, hanno portato alla presentazione di un pacchetto di emendamenti supportati da S&D, RE e PPE. Di seguito i punti principali:

Articolo 28: Eco-schemes nel 1° pilastro - la percentuale riservata a questa misura ambientale viene innalzata dal 20% votato in ComAGRI, al 30% medio sui 5 anni di programmazione. Viene inoltre richiesto un atto delegato con un elenco non esaustivo di pratiche stabilite a livello UE, che possa essere aggiornato con pratiche altrettanto ambiziose individuate dagli Stati membri e validate dalla Commissione.

Articolo 65: Misure agro-ambientali nel 2° pilastro - anche qui la percentuale viene innalzata dal 30 al 35%, dando la priorità alle misure indirizzate alla salvaguardia delle condizioni ambientali locali.

Articolo 68: Investimenti nel 2° pilastro - viene stabilito che il 30% dei fondi destinati agli investimenti, sia riservato a investimenti per la sostenibilità ambientale.

Articoli 86 e 90: Flessibilità tra pilastri - viene inserito il concetto di “green pipeline”, stabilendo che nel caso di trasferimenti di fondi tra i due pilastri, questi trasferimenti vengano destinati esclusivamente alle misure per il clima e l'ambiente.

Articoli 107 e 139: Revisione di medio termine - Viene inserito l’obbligo per gli Stati membri di allineare, nel 2025, i propri piani strategici a qualsiasi nuova normativa UE che sarà entrata in vigore entro tale data, in particolare quelle derivanti dalle Strategie Farm-to-Fork e Biodiversità, sottoponendoli poi alla valutazione della Commissione.

Allegato III: Regole sulla condizionalità - Vengono ulteriormente rafforzate tutte le condizioni che gli agricoltori devono rispettare per poter accedere ai fondi PAC. 

Come Gruppo S&D ci siamo impegnati per portare a termine questa riforma, rimediando sui punti chiave dove il risultato del voto in Commissione AGRI non era stato soddisfacente, specialmente quando si tratta di premiare gli agricoltori per le modalità di produzione più sostenibili.  In più, abbiamo lavorato per risolvere molti degli elementi del nuovo modello di attuazione che porterebbero verso una ri-nazionalizzazione della PAC (anche in ragione dell’interesse di alcuni governi nazionali verso una sempre maggiore sussidiarietà) compromettendo un approccio ambizioso e comune nel rafforzamento del decisivo contributo degli 11 milioni di agricoltori europei, che custodiscono oltre 180 milioni di ettari - pari al 40% dell’intera superficie dell’Unione, alla realizzazione del “New Green Deal”.

La proposta è stata approvata con 425 voti favorevoli.