Con la Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e la Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII +), la politica di coesione ha rappresentato il principale strumento d’intervento dell’Unione Europea per affrontare la crisi pandemica che ci ha colpito e ci ha permesso di rispondere alle aspettative di solidarietà dei cittadini europei. Adesso questo lavoro continua con REACT-EU, cuore del primo pilastro del Recovery Plan. Si tratta di più di 47 Miliardi, che saranno messi a disposizione fino al 2022 e fungeranno da ponte alle altre iniziative che riguarderanno la programmazione 2021-2027.
Uno stanziamento di risorse supplementari ad integrazione della politica di coesione 2014-2020, che saranno distribuite ai Paesi dell’UE in base al loro livello di prosperità e agli effetti socioeconomici della crisi e che potranno contare su un elevato livello di prefinanziamento e il superamento del cofinanziamento nazionale.
Proprio lo scorso mercoledì 4 ottobre, la Commissione europea, ha confermato la destinazione per il 2021 all’Italia ben 11,3 miliardi dal programma ( a prezzi correnti), la cifra più altra tra tutti i Paesi dell’Unione che rappresenta oltre un quinto delle risorse disponibili del totale fino al 2022. Seguono poi gli stanziamenti per la Spagna con 10,898 mld, la Francia con 3,105 mld, la Germania con 1,894, la Grecia con 1,715 mld, la Polonia con 1,651 mld e il Portogallo con 1,6 mld.
Adesso però toccherà agli stati spendere al meglio queste risorse, che rientrano nel quadro di Generation EU e che rappresentano uno degli interventi più tempestivi in risposta alla crisi del Covid.
Con React-Eu si potrà: sostenere l’occupazione anche attraverso la riduzioni dell’orario di lavoro e l’aiuto agli autonomi; creare posti di lavoro, specialmente per i giovani; potenziare i sistemi sanitari; finanziare il capitale circolante e gli investimenti delle piccole e medie imprese; supportare la transizione climatica e digitale. Interessanti tutti i settori economici, compresi il turismo e la cultura che sono stati particolarmente colpiti.
Un piano di investimenti che deve fungere da start-up di un programma di riduzione delle diseguaglianze sociali, economiche e territoriali, a sostegno di una visione nazionale strategica e di lungo periodo. Un’opportunità, ma anche una sfida: bisogna dimostrare una grande capacità progettuale e di spesa, oculata e intelligente, che non si traduca in interventi parcellizzati ma si concentri su progetto dalle grandi ambizioni.