03
Dic

Il bilancio bloccato dell’Unione Europea

La seconda ondata della pandemia ha colpito duramente tutti i paesi dell’Unione con conseguenze economiche e sociali devastanti, paragonabili a quelli della prima ondata.

L’accordo trovato il 10 novembre scorso tra Parlamento, Consiglio e Commissione sull’approvazione del bilancio pluriennale 2021-2027, della riforma delle risorse proprie e del Next Generation EU prevede una risposta comune complessiva per oltre 1800 miliardi di euro.

Risorse preziose ed urgenti che potevano essere già liberate, ma che sono ostaggio dei veti dei governi ungherese e polacco che non accettano il Regolamento sullo “Stato di diritto”. In questo contesto molto complicato e dall’esito imprevedibile, ci sono due elementi che vorrei sottolineare.

Il primo è il rapporto tra bilancio e democrazia: il bilancio è il cuore pulsante delle democrazie, è il modo in cui noi spieghiamo ai nostri cittadini cosa facciamo e come spendiamo i loro soldi.

Abbiamo bisogno di un bilancio dell’Unione europea sano, pulito e trasparente per far capire dove stiamo andando; abbiamo bisogno di un bilancio ambizioso per evitare che questa devastante crisi si diffonda. Per queste ragioni, il Parlamento europeo e la delegazione del Partito Democratico non possono accettare le posizioni prese in queste ultime settimane Orban e Morawiecki.

L’Unione europea non può restare paralizzata da chi non ha intenzione di rispettare i principi sanciti dall’art. 2 dei nostri trattati e le regole che stabilite ed approvate a maggioranza dal Meccanismo sulla condizionalità sullo stato di diritto. Il secondo riguarda il processo di integrazione europea che si trova ad un bivio.

In un contesto di estrema emergenza e con la necessità di far arrivare sui nostri territori ingenti risorse europee al più presto, ci ritroviamo nelle mani di Angela Merkel nella speranza che sia lei a sbloccare la situazione durante il Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.

Così non può funzionare: occorre superare il sistema di voto all’unanimità in Consiglio che ogni volta paralizza l’Unione europea e le azioni che come in questo caso sono straordinarie.

Per questo, la Conferenza sul futuro dell’Europa dovrà essere l’occasione per avviare una riflessione concreta sul funzionamento delle istituzioni europei, senza avere paura di lavorare per una modifica dei suoi Trattati.