Con questa Relazione il Parlamento intende effettuare una valutazione del Regolamento di Dublino III, che stabilisce i criteri e i meccanismi per determinare lo Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati Membri da parte di un cittadino di un paese terzo o di un apolide (604/2013). La Commissione LIBE ha deciso nel novembre 2019 di effettuare questo esercizio in assenza di una valutazione da parte della Commissione europea, la cui pubblicazione era prevista per luglio 2018. L’obiettivo è quello di identificare le debolezze e i fallimenti di un Regolamento, molto controverso, che è stato messo sotto pressione a partire dalla crisi umanitaria del 2015.
A causa della pandemia il lavoro su questa Relazione ha subito dei ritardi e non è stato concluso, come previsto, prima della pubblicazione del nuovo Patto per la Migrazione e l’Asilo che mira a sbloccare i negoziati sulla riforma del Sistema europeo comune di asilo (CEAS). La sfida è quindi diventata quella di evitare che la relazione anticipasse i negoziati sulla nuova proposta della Commissione. La nostra posizione è stata quella di attenersi all’esame del Regolamento di Dublino III ed elaborare raccomandazioni chiare su come migliorarne l’attuazione.
La prima bozza della Relatrice Fabienne Keller (RENEW) e la bozza di emendamenti di compromesso erano molto preoccupanti poiché includevano elementi che esulavano dagli obiettivi della relazione e miravano ad anticipare i negoziati sul Patto: coerenza tra politiche di visti e politica di asilo, riferimenti alla dimensione esterna della migrazione e agli accordi con i Paesi terzi, legame tra rimpatri ed efficace delle procedure di asilo.
Tuttavia, dopo lunghi negoziati siamo riusciti ad ottenere un buon testo, attenendoci agli obiettivi della relazione, e ad affermare con chiarezza che il sistema di asilo dovrebbe essere basato sulla Convenzione di Ginevra e i diritti individuali dei richiedenti asilo, con una particolare attenzione per le categorie vulnerabili e i minori. Inoltre, la relazione include un’importante riflessione sull’inadeguata applicazione della gerarchia dei criteri per la determinazione dello Stato membro responsabile e, in particolare, sull’eccessivo ricorso al criterio del Primo paese di ingresso che lascia la maggior parte della responsabilità ai Paesi alle frontiere esterne dell’Unione, come l’Italia. Viene proposto in alternativa un meccanismo di solidarietà sostenibile, basato sull’articolo 80 del TFEU che prevede l’equa distribuzione delle responsabilità e quindi in sostanza - anche se non menzionato esplicitamente - un sistema di ricollocazione. La relazione include anche forti riferimenti all’unità familiare e alla necessità di rendere più snelle le procedure di ricongiungimento familiare: Si chiarisce, inoltre, che la detenzione non è mai nell’interesse superiore del minore.
La relazione è stata approvata in Commissione con 45 voti a favore, 10 contrari e 13 astenuti. Hanno votato contro il gruppo ID, ad eccezione della Relatrice ombra Annalisa Tardino che si è astenuta, e alcuni membri del gruppo PPE. Il Gruppo GUE si è astenuto.
La relazione è stata approvata con 448 voti favorevoli.