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Dic

Ripartire dalla cultura

Il tema della transizione digitale tiene insieme l’alto e il basso, le opportunità e i drammi. Entriamo nell’era post-pandemia con un dibattito accelerato dalla tragedia ancora in corso, che ci ha indicato i limiti del nostro modello di sviluppo e ci ha scoperti largamente impreparati.

La discussione aperta dalla Von Der Leyen su questi temi è normativa, economica, ma anche e soprattutto politica: dobbiamo decidere se orientarci solo alla modernizzazione della governance, o se porci come obbiettivo la risoluzione delle disuguaglianze, la redistribuzione delle opportunità per tutti nel sistema pubblico europeo.

Alcuni elementi dell’ultimo documento del G30 non mi sono piaciuti: non possiamo parlare di sospensione del patto di stabilità come misura eccezionale.

Limitarsi ad aiutare le eccellenze significherebbe il collasso del nostro sistema produttivo, che già soffre di fragilità strutturali storiche.

È notizia di queste ore la chiusura del trilogo sul Recovery, con i prefinanziamenti che costituiranno il 13% delle somme totali, anziché il 10%. Il Recovery non è il re taumaturgo, gli strumenti finanziari devono incoraggiare un ragionamento più ampio sui contenuti, sulle scelte politiche di fondo intrecciando tutti gli strumenti a partire dal Bilancio Pluriennale dell’Unione.

Su Europa Creativa discutiamo di industrie e piattaforme in modo trasversale: la digitalizzazione, che è mezzo più che fine, tocca la conoscenza, l’intrattenimento, il trade, il food, la privacy, la telemedicina. E la produzione di mentalità e consenso. Perché con le grandi corporation da un lato e gli Stati Autoritari dall’altro, noi dobbiamo saper difendere la democrazia assicurandoci che funzioni, che produca opportunità, inclusione, giustizia sociale.

Il tema culturale non può essere marginale. Deve guidare le nostre scelte politiche e economiche e includere la povertà educativa: le fake news prosperano laddove manca la capacità di decodificare le fonti.

La pandemia rimette al centro la questione delle infrastrutture immateriali, che sono opere pubbliche tanto quanto quelle materiali. Progetti come quelli avviati da Franceschini, dalla francese SALTO o dall’EBU, aprono il tema delle piattaforme pubbliche europee. Un tema ampio, che merita una discussione altrettanto approfondita su funzione pubblica, aumento delle risorse proprie, web tax. Costruiamo una strategia europea che dia spazio alle sperimentazioni nazionali e ci aiuti a riscoprire il ruolo del pubblico.

Non sprechiamo questa occasione storica. Avviamo, dentro il salto d’epoca che stiamo vivendo, la discussione di fondo su indipendenza e sovranità europea.