Dall’inizio della pandemia la delegazione del Partito Democratico a Bruxelles ha lavorato con determinazione ed in maniera compatta per attivare in tempi rapidi una risposta europea all’altezza della sfida enorme provocata dalla crisi sanitaria, economica e sociale che ha attraversato tutta l’Europa. Il piano Next Generation Eu da 750 miliardi finanziato con debito condiviso, insieme alle risorse del Quadro finanziario pluriennale da oltre 1080 miliardi di euro – approvate durante la sessione plenaria di dicembre – testimoniano che l’Unione è solidale e ha cambiato rotta. Se da un lato l’introduzione di misure comuni e fino a qualche mese fa impensabili ci rendono soddisfatti dell’impegno profuso, dall’altro, ci dicono che abbiamo una responsabilità ancora maggiore nei confronti dei nostri cittadini: quella di preparare un piano solido per la ripartenza, con una visione ampia e di lungo periodo, capace di sfruttare appieno i 209 miliardi che l’Unione ha destinato all’Italia.
Proprio per dare un contributo concreto al dibattito in corso sulla preparazione del Piano Nazionale di ripresa e resilienza italiano, venerdì 18 dicembre insieme ai colleghi della delegazione del PD a Bruxelles abbiamo organizzato un importante evento dal titolo “Abbiamo un piano per ripartire insieme”. Come vice-capo delegazione, ho coordinato il primo di tre workshop paralleli, dal titolo “Sostenibilità ambientale e nuovi modelli di sviluppo economico”; il dibattito che è emerso è stato molto fruttuoso e ha visto la presenza di vari esperti, numerosi rappresentanti dei territori e delle parti sociali e, soprattutto, molti giovani che sono intervenuti con idee e proposte che abbiamo incluso nel documento finale e di sintesi che abbiamo presentato a fine giornata.
Nella prima parte del workshop, insieme ai colleghi Paolo De Castro e Giosi Ferrandino abbiamo approfondito le priorità politiche legate ai settori dell’agricoltura e dei trasporti, cercando di capire come indirizzare al meglio le risorse del Next Generation EU per risolvere questioni che da sempre affliggono il nostro paese, in particolare il dissesto idrogeologico ed il divario infrastrutturale tra nord e sud. In seguito, insieme alle colleghe Simone Bonafé ed Irene Tinagli, invece, abbiamo parlato di sostenibilità ambientale e di giustizia sociale, partendo dalle priorità del Green Deal che dovranno essere riflesse nel piano di ripresa italiano, per arrivare ai temi che riguardano il lavoro dei giovani, la formazione e l’istruzione.
È emerso chiaramente che le risorse del Next Generation Eu dovranno prioritariamente contribuire a rafforzare la crescita del nostro paese, attraverso la creazione di posti di lavoro, e a ridurre le diseguaglianze (sociali, di genere, geografiche, educative) che sono state esasperate dalla pandemia. Il piano di investimenti pubblici straordinario che sarà presentato dal governo nelle prossime settimane deve servire per prima cosa a ricucire il tessuto sociale che è in fibrillazione e sta soffrendo questa tremenda crisi. Per questo motivo, dobbiamo avere idee chiare e missioni precise: non possiamo disperdere neanche un euro dei 209 miliardi destinati al nostro paese dall’Unione europea.