“Il telelavoro non può diventare una nuova forma di teleschiavitù. Ora che milioni di europei stanno lavorando da casa a causa della pandemia è più urgente che mai una normativa europea per sancire il diritto alla disconnessione. E' quello che ha chiesto oggi la maggioranza degli europarlamentari”. Lo ha dichiarato Patrizia Toia, eurodeputata e vicepresidente della commissione Industria, Ricerca ed Energia al termine della votazione della risoluzione che con 472 voti favorevoli, 126 contrari e 83 astensioni ha esortato la Commissione a elaborare una normativa che consenta ai lavoratori digitali di disconnettersi al di fuori dell'orario di lavoro. La risoluzione chiede anche requisiti minimi per il telelavoro e chiarezza su condizioni, orari di lavoro e periodi di riposo.
“La possibilità di essere sempre connessi grazie a smartphone e computer – ha spiegato Toia - deve essere usata con accortezza dai datori di lavoro perchè altrimenti rischia di compromettere l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, discriminando ulteriormente le donne sui cui grava la maggior parte dei lavori di gestione della casa e della famiglia. Il diritto alla disconnessione dovrebbe essere riconosciuto come diritto fondamentale per consentire ai lavoratori di astenersi dallo svolgere mansioni lavorative, come telefonate, email e altre comunicazioni digitali, al di fuori del loro orario di lavoro, comprese le ferie e altre forme di congedo”.
Dallo scoppio della pandemia il lavoro da casa è aumentato di quasi il 30%, valore destinato a restare alto o perfino aumentare. Secondo una ricerca condotta da Eurofound, le persone che lavorano abitualmente da casa hanno più del doppio delle probabilità di lavorare oltre le 48 ore settimanali massime previste rispetto alle persone che lavorano nella sede del datore di lavoro. Quasi il 30% dei telelavoratori dichiara inoltre di lavorare nel proprio tempo libero tutti i giorni o più volte alla settimana, a fronte del 5% di coloro che lavorano in ufficio.