Dal punto di vista dell'integrazione europea, questo strumento non è soltanto un modo per affrontare e superare la crisi, ma è un grande passo in avanti verso un’Unione più coesa e più forte. È uno strumento inedito che, affiancandosi all’azione della Banca Centrale Europea, sopperisce in parte alla mancanza di una politica fiscale comunitaria.
Dopo lunghi e intensi negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione, terminati lo scorso dicembre, in questa seduta plenaria, abbiamo finalmente votato il testo finale del regolamento che istituisce lo Strumento di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto Recovery Fund.
Si tratta del più grande piano di investimenti nella storia dell'Unione europea. Aiuterà il continente ad affrontare le sfide economiche e sociali che viviamo per rilanciare la crescita in Europa. A partire da queste sfide, i co-legislatori hanno individuato i sei pilastri intorno ai quali, i piani nazionali dovranno essere strutturati: transizione verde; trasformazione digitale; coesione economica, produttività e competitività; coesione sociale e territoriale; resilienza sanitaria, economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione. In particolare, i piani devono prevedere un'allocazione delle risorse pari almeno al 37% per il verde e il 20% per il digitale.
Dal punto di vista dell'integrazione europea, questo strumento non è soltanto un modo per affrontare e superare la crisi, ma è un grande passo in avanti verso un’Unione più coesa e più forte. È uno strumento inedito che, affiancandosi all’azione della Banca Centrale Europea, sopperisce in parte alla mancanza di una politica fiscale comunitaria.
Tuttavia, sarebbe un errore pensare che questa sia la fine del nostro percorso. Al contrario, è solo l’inizio. Una piena ripresa richiederà tempo, energia, impegno e un grande senso di responsabilità.
Per essere incisivi, dovremo essere capaci di nuove forme di dialogo e scambio, di solidarietà e comprensione reciproca.
Ora più che mai, è evidente che rimanere ancorati a politiche economiche e di bilancio esclusivamente nazionali è non soltanto pretenzioso, ma anche miope e inefficiente.
È necessario un approccio europeo per promuovere la coesione territoriale, combattere le diseguaglianze sociali e supportare misure dedicate alle prossime generazioni.
Come Parlamento nei prossimi anni vigileremo affinché la Commissione svolga correttamente i suoi compiti, e perché lo strumento di Ripresa raggiunga i suoi obiettivi, specialmente in termini di trasformazione digitale e ambientale, di impatto sociale e di politiche per le future generazioni che, come Parlamento, abbiamo voluto per l’Unione Europea.
Non sarà facile. Ci saranno ostacoli nel cammino e spinte divisive saranno sempre dietro l’angolo. Abbiamo creato uno strumento potente per l’unità e la solidarietà dell’Ue. Ora è nostra responsabilità fare in modo che ciò che è stato concepito per unirci non finisca per dividerci.