Il testo approvato rappresenta un accordo ambizioso, con elementi innovativi che dovranno essere alla base della futura politica commerciale dell’Unione. Tra gli obiettivi principali siamo riusciti a garantire un ruolo forte per il Parlamento europeo nel monitoraggio e l’attuazione dell’Accordo, soprattutto in considerazione della necessità di assicurare una rigorosa parità di condizioni, il cosiddetto Level Playing Field, fondato sulla clausola di non regressione degli standard produttivi, sociali, del lavoro e ambientali. Una base solida, resa vincolante dalla possibilità di mettere in campo misure unilaterali di ribilanciamento della concorrenza.
Nell'ultima Plenaria, abbiamo dato il via libera definitivo all'accordo su commercio e cooperazione (TCA - Trade and Cooperation Agreement) tra UE e Regno Unito: si tratta della cosiddetta procedura di parere conforme da parte del Parlamento europeo, che è stata accompagnata da una risoluzione dei gruppi politici, approvata a larghissima maggioranza.
Dopo l’accordo raggiunto in extremis alla vigilia del Natale scorso, a pochi giorni dall’uscita della Gran Bretagna dall’unione, il TCA è entrato in applicazione provvisoria l’1 gennaio 2021, per un periodo di 4 mesi necessario al fine di consentire adeguate tempistiche di scrutinio. Scaduti questi 4 mesi, anche di fronte alla più volte manifestata opposizione delle autorità britanniche a un’estensione di tale periodo di applicazione provvisoria, in assenza di un voto da parte del Parlamento Ue ci saremmo ritrovati nello scenario di un no-deal.
Il testo approvato rappresenta quindi un accordo ambizioso, con elementi innovativi che dovranno essere alla base della futura politica commerciale dell’Unione. Tra gli obiettivi principali siamo riusciti a garantire un ruolo forte per il Parlamento europeo nel monitoraggio e l’attuazione dell’Accordo, soprattutto in considerazione della necessità di assicurare una rigorosa parità di condizioni, il cosiddetto Level Playing Field, fondato sulla clausola di non regressione degli standard produttivi, sociali, del lavoro e ambientali. Una base solida, resa vincolante dalla possibilità di mettere in campo misure unilaterali di ribilanciamento della concorrenza.
Su questa base bisogna continuare a costruire. L’accordo non può infatti rappresentare un punto di arrivo ma di partenza, in vista di relazioni future capaci di promuovere gli interessi dei nostri cittadini e delle nostre imprese, e di superare le barriere ammnistrative e burocratiche che continuano a rallentare il flusso di merci tra le due sponde della Manica.
In questa partita, giocherà un ruolo cruciale la creazione dell’assemblea inter-parlamentare, a condizione che a questa venga attribuito non soltanto il diritto di individuare le aree che necessitano di maggiore collaborazione, ma soprattutto di esprimere raccomandazioni vincolanti al Consiglio di partenariato, coinvolgendo le parti sociali.
L’errore storico della Brexit, così come la mancanza di visione più volte dimostrata dal Governo britannico, non possono portarci a pensare che i futuri rapporti tra Unione e Regno Unito si limitino al campo commerciale. Abbiamo enormi interessi strategici comuni: sta a noi continuare a lavorare con l’obiettivo di ridurre distanze che, al momento, appaiono incolmabili.