Ora che Putin ha gettato la maschera con la guerra in Ucraina si tratta di aprire gli occhi anche sulla gravità di una “guerra ibrida” condotta contro le nostre democrazie in questi anni, nella generale disattenzione e mancanza di consapevolezza.
Lo scorso 9 marzo, in un mondo segnato dai massacri e ai crimini di guerra che Putin continua a perpetrare in Ucraina, il Parlamento europeo ha votato 552 voti favorevoli, 81 contrari e 60 astensioni la relazione finale della Commissione speciale sulle interferenze straniere nei processi democratici dell'Unione, che ha iniziato il suo lavoro un anno e mezzo fa su iniziativa del gruppo S&D. Un percorso che ho seguito personalmente come coordinatore del gruppo S&D.
Ora che Putin ha gettato la maschera con la guerra in Ucraina si tratta di aprire gli occhi anche sulla gravità di una “guerra ibrida” condotta contro le nostre democrazie in questi anni, nella generale disattenzione e mancanza di consapevolezza. Questa è la prima relazione del Parlamento europeo che affronta in maniera organica il tema delle ingerenze straniere e della disinformazione, con raccomandazioni solide su come proteggere le nostre democrazie europee e le società aperte da attori ostili (che hanno agito anche con la complicità della destra sovranista).
Tra queste una maggiore trasparenza delle relazioni politiche, la messa al bando di finanziamenti stranieri e investimenti massicci in cybersicurezza. Sono stati tanti in questi anni i tentativi di attori esterni di condizionare le nostre scelte politiche, tentativi promossi con l'obiettivo di indebolire il progetto europeo e i valori su cui si fonda. Nel corso delle nostre audizioni diversi elementi inquietanti hanno confermato l'esistenza di strategie straniere di interferenza.
Ora abbiamo ribadito che la democrazia è un bene prezioso e che per tutelarla serve una strategia organica dell'Unione di cui abbiamo messo in campo gli elementi chiave come la maggiore responsabilizzazione delle piattaforme contro la disinformazione e regole comuni più forti sui finanziamenti della politica.
Abbiamo anche denunciato che queste strategie straniere hanno goduto della complicità di attori politici europei. Il caso più eclatante è quello del rapporto instaurato dalla Russia di Putin con la destra sovranista, come l´FPÖ in Austria, il Rassemblement National in Francia, la Lega di Salvini in Italia. Non a caso molti dei tentativi di interferenza sono passati anche attraverso la proliferazione di messaggi d’odio che hanno avuto come bersaglio principale migranti, le donne o la comunità LGBTIQ.
La tragica cronaca di questi giorni, con il dramma della folle guerra di Putin nel cuore dell'Europa, rende tremendamente attuale il tema che abbiamo posto e dimostra la necessità di continuare il nostro lavoro, garantendo che il Parlamento europeo sia un presidio forte e affidabile per la nostra democrazia. Per questo è molto importante che il Parlamento abbia deciso di dare continuità a questo lavoro approvando un nuovo mandato per la Commissione speciale, che continuerà a vigilare sui casi di interferenza e soprattutto per garantire una forte risposta per il presente e per il futuro.
Pierfrancesco Majorino