È urgente modificare le modalità delle elezioni - attualmente un mosaico di 27 competizioni nazionali - trasformandole in un’unica sfida elettorale europea. Il Parlamento ha quindi votato a maggioranza la creazione di una nuova circoscrizione paneuropea in cui i partiti possono presentare liste transnazionali con candidati di diversi Paesi.
Dopo anni di lavoro, il Parlamento europeo ha approvato una proposta di legge elettorale che può far fare importanti passi in avanti alla democrazia europea.
L’obiettivo del testo è di portare alle urne milioni di cittadini che in questi anni non hanno potuto o voluto votare. Certo, alle elezioni europee del 2019 vi è stato un significativo aumento nella partecipazione, ma rimane il fatto che la metà dei 400 milioni di cittadini europei non ha votato.
Il Parlamento chiede innanzitutto ai governi di introdurre misure per garantire che tutti i cittadini che hanno il diritto di voto lo possano esercitare. Sono necessarie tutele per i 14 milioni di cittadini che vivono in un altro Paese europeo, ma anche per le 800 mila persone con disabilità che, pur avendone diritto, non hanno potuto votare alle ultime elezioni a causa di regole nazionali restrittive. Il diritto al voto deve essere garantito anche per le persone senza fissa dimora e per i detenuti.
Ancora più importante è che il Parlamento è stato compatto nel ribadire che è arrivata l’ora di dare una svolta importante alle modalità con cui si svolgono le elezioni europee.
Dobbiamo dare spazio ai giovani, permettendo loro di esprimersi su temi che li riguardano direttamente. Per questo il Parlamento ha approvato quello che fino a qualche anno fa sembrava impossibile e cioè l’abbassamento dell’età di voto ai 16 anni, seguendo l’esempio di alcuni Paesi europei.
È inoltre urgente modificare le modalità delle elezioni - attualmente un mosaico di 27 competizioni nazionali - trasformandole in un’unica sfida elettorale europea.
Il Parlamento ha quindi votato a maggioranza la creazione di una nuova circoscrizione paneuropea in cui i partiti possono presentare liste transnazionali con candidati di diversi Paesi. Gli elettori, secondo il testo approvato, esprimerebbero le loro preferenze su due schede: una per i candidati nazionali e un’altra per i candidati europei nelle liste transnazionali. Si tratterebbe di un cambio di paradigma importante perché gli elettori potrebbero votare anche per candidati di altri Paesi, rafforzando così il rapporto tra i cittadini e l’UE.
Dopo il voto favorevole in Parlamento, la palla passa ai governi che in seno al Consiglio dovranno approvare la legge elettorale.
Non sarà facile ma l’obiettivo, e la speranza, è di arrivare alle elezioni del 2024 con una nuova legge elettorale che difenda i diritti di tutti e ridia speranza, in chi l’ha persa, nel progetto comunitario.
Giuliano Pisapia