Non dobbiamo scegliere tra l'ambiente e l'economia, ma tra l'accettazione o il rifiuto del futuro, tra il coraggio di affrontare i problemi e l'irresponsabilità di nasconderli sotto il tappeto. In gioco c'è la sfida planetaria del cambiamento climatico, la competitività della nostra economia, la difesa del nostro benessere e la possibilità di una società più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.
Per questo nella sessione plenaria del Parlamento europeo di giugno noi eurodeputati Pd, insieme a tutto il Gruppo dei Socialisti e Democratici, abbiamo respinto la richiesta delle destre europee di annacquare gli obiettivi del Green Deal e abbiamo votato la fine delle auto a combustione per il 2035.
L'Europa è il primo Continente al mondo ad essersi dotato di una legge giuridicamente vincolante per il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050. Una legge che riconferma la leadership mondiale europea nella lotta al cambiamento climatico, che ha un concreto effetto di trascinamento sulle altre economie e che presenta anche grandi opportunità di innovazione per l'industria dell'Ue.
Questa normativa è stata votata dalla maggioranza del Parlamento europeo e la plenaria di giugno era il momento di passare dalle parole ai fatti.
La Commissione europea ha proposto un pacchetto legislativo, Fit for 55, per ridurre del 55% le emissioni entro il 2030, come tappa intermedia verso il 100% da raggiungere nel 2050.
Al dunque però le destre e alcuni tra i liberali hanno votato per ridurre gli obiettivi concordati, spacciando per pragmatismo la pericolosa illusione di poter rimandare all'infinito i necessari investimenti sulle emissioni industriali, sulle auto ad emissioni zero e sull'efficienza energetica. E' un atteggiamento irresponsabile non solo perché il cambiamento climatico ha anche un costo economico, ma anche perché la rivoluzione tecnologica della decarbonizzazione è già iniziata in tutto il mondo e se vogliamo coglierne i benefici economici abbiamo bisogno di una coraggiosa pianificazione a lungo termine e di certezze giuridiche. Sull'auto abbiamo votato l'obiettivo delle emissioni zero precisando che diverse tecnologie, tra cui i veicoli alimentati a idrogeno o a celle a combustibile (mentre le innovazioni tecnologiche sul campo proseguono), sono e resteranno disponibili per raggiungere tale obiettivo. Grazie al lavoro della nostra delegazione, inoltre, siamo riusciti a far approvare un emendamento chiave per gli interessi del nostro Paese, ovvero una deroga a favore delle produzioni di nicchia e d'eccellenza, ad esempio dalle case automobilistiche di piccole dimensioni.
Ora la parte del Fit for 55 che riguarda le emissioni aziendali e l'ETS (il sistema di scambio dei permessi di emissione) è tornata in commissione Ambiente e già si profila un accordo che salvaguarda i target di riduzione ma offrendo maggiori attenzioni e garanzie per le aziende, in particolare per quelle che esportano. E' la dimostrazione che c'è sempre la possibilità di coniugare economia e ambiente, a patto di avere la determinazione politica.