20
Giu

Gli obiettivi del Green Deal

A quanti durante la scorsa Plenaria, con scuse pretestuose, hanno provato a mettere nel cassetto il pacchetto Fit for 55, abbiamo risposto che senza la transizione ecologica ed energetica non si esce dalla dipendenza dalle fonti fossili dall'estero, dall'aumento del costo delle bollette dei cittadini e delle imprese e non si garantisce un ambiente più sostenibile per le future generazioni.

Quando solo un anno fa il Parlamento europeo ha votato la legge sul clima ha preso un impegno preciso di ridurre le emissioni climalteranti del 55 % entro il 2030, con il duplice obiettivo di contrastare il cambiamento climatico e di innovare il nostro sistema produttivo e renderlo, proprio perché più efficiente e più sostenibile, anche più competitivo.

Oggi c'è una terza ragione, dopo la guerra in Ucraina, che fa sì che quell'impegno sia ancora più stringente: ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di fonti fossili che rende i nostri paesi più vulnerabili e sposta la ricchezza fuori dall'Europa.

La scorsa plenaria ha avuto all’ordine del giorno la discussione e il voto di provvedimenti essenziali per raggiungere questo risultato. In primis, la revisione della direttiva ETS, ovvero il sistema di scambio delle emissioni di Co2, e l'introduzione del nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere rappresentano due fra i pilastri fondamentali per raggiungere questi obiettivi. Sono, infatti, strumenti necessari per accelerare la decarbonizzazione del nostro sistema industriale e impedire, al tempo stesso, alle produzioni extra-UE non soggette a meccanismi di controllo e riduzione delle emissioni di spiazzare la concorrenza interna con costi di produzione più bassi.

Ma non solo, la scorsa plenaria ha anche votato sul regolamento relativo alle emissioni delle auto e dei furgoni dove il Parlamento ha chiesto di fissare al 2035 la data per lo stop all’immissione sul mercato europeo di veicoli con motore a combustione.

A quanti durante la scorsa Plenaria, con scuse pretestuose, hanno provato a mettere nel cassetto il pacchetto Fit for 55, abbiamo risposto che senza la transizione ecologica ed energetica non si esce dalla dipendenza dalle fonti fossili dall'estero, dall'aumento del costo delle bollette dei cittadini e delle imprese e non si garantisce un ambiente più sostenibile per le future generazioni.

Ed è su questi presupporti che continueremo a lavorare,  quando durante la sessione che si terrà a Bruxelles i provvedimenti su ETS e CBAM torneranno al voto per dare al Parlamento un forte mandato negoziale e giungere quanto prima all’approvazione definitiva di queste importanti normative.

Abbiamo bisogno di una legislazione chiara, ambiziosa e lungimirante, con tempi e obiettivi precisi, che dica alle nostre industrie, ai nostri partner commerciali e ai cittadini qual è la direzione di marcia che l'Europa intraprende e sulla quale non intende tornare indietro.


Simona Bonafé