La plenaria ha dato il via libera al prolungamento dal 2030 fino al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l'anno) e furgoni (da 1000 a 22mila). L'emendamento approvato aveva l’obiettivo di salvaguardare la produzione della Motor valley emiliano-romagnola difendendo, in particolare, i lavoratori del settore.
Durante la scorsa sessione plenaria il Parlamento europeo ha votato il pacchetto Fit for 55, l'insieme di testi legislativi dell'Ue sulle politiche del clima, orientato al raggiungimento del taglio di emissioni del 55% entro il 2030 e alla successiva neutralità climatica entro il 2050.
La plenaria ha approvato cinque degli otto testi previsti: due in materia di aviazione, due in materia di emissione e assorbimento delle emissioni prodotta e da agricoltura e foreste, e uno sugli standard di emissione di CO2 per auto e furgoni di nuova produzione.
In particolare, il Parlamento, ha deciso di porre fine, nel 2035 alle vendite di nuove auto a benzina e diesel. Si tratta di una grande vittoria che sancisce un impegno forte, da parte del nostro gruppo, verso il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla “climate law” che deve tuttavia andare di pari passo con il rafforzamento della dimensione sociale del regolamento, in particolare dei suoi possibili impatti sui consumatori e sui lavoratori. La transizione ecologica, come abbiamo sempre ribadito, deve essere equa, giusta e non deve lasciare nessuno indietro.
Inoltre, anche grazie alla delegazione degli eurodeputati Pd, è stato approvato l'emendamento per prolungare la deroga alle regole Ue sugli standard di emissione della CO2 di cui già oggi beneficiano i produttori di nicchia.
La plenaria ha dato il via libera al prolungamento dal 2030 fino al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l'anno) e furgoni (da 1000 a 22mila). L'emendamento approvato aveva l’obiettivo di salvaguardare la produzione della Motor valley emiliano-romagnola difendendo, in particolare, i lavoratori del settore.
Il Parlamento ha però rinviato alla commissione Ambiente la riforma dell'ETS (il sistema di scambio per le quote di emissione), e conseguentemente i due testi collegati, il Fondo sociale per il clima e quello dei "dazi climatici".
A far saltare il banco è stato il mancato raggiungimento dell’accordo sulle tempistiche dell'eliminazione delle quote di emissioni gratuite di cui, attualmente, beneficia la grande industria europea. Il nostro gruppo, insieme ai liberali di Renew, puntava al range ambizioso del periodo 2026-2032, differentemente da quello proposto, e approvato con emendamento, dai popolari e dalle destre.
Come socialisti abbiamo quindi deciso di bloccare la riforma e ci siamo espressi contro il rapporto, in quanto non sufficientemente ambizioso e poco utile al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal.
Il Parlamento tornerà a votare questa fondamentale riforma ambientale e climatica nella mini plenaria di giugno. L'obiettivo è quello di approvare una parte sostanziale del pacchetto fit for 55 prima della Cop di Sharm El Sheikh sui cambiamenti climatici, in programma per il prossimo novembre.
Durante questa sessione abbiamo anche approvato misure volte a consentire che il mercato Ue della CO2 copra le emissioni di tutti i voli in partenza da un aeroporto situato nello Spazio economico europeo.
Alessandra Moretti