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Giu

Ue, Zan e Benifei incontrano commissaria Ue uguaglianza. Dalli: basta crimini d’odio, serve legge anche in Italia

L’incontro di oggi rappresenta un passaggio chiave nel nostro percorso che deve portare all’approvazione al Parlamento italiano del ddl Zan per il contrasto all’omotransfobia, alla misoginia e all’abilismo. Garantire la sicurezza di tutte le persone dalla violenza e dai crimini d’odio è una priorità dell’Unione Europea. L’Italia stia al passo con gli altri Paesi europei”. È quanto dichiarano Alessandro Zan (PD), relatore alla Camera del disegno di legge contro i crimini d’odio, che porta il suo nome, e Brando Benifei, capodelegazione degli Eurodepuati PD al Parlamento Europeo, al termine dell’incontro a Bruxelles con la Commissaria Europea all’Uguaglianza, Helena Dalli.

“Nella strategia dell'UE per l'uguaglianza LGBTIQ, la sicurezza ha un intero capitolo proprio perché la prevalenza di molestie, violenze, incitamento all'odio e crimini ispirati dall'odio contro le persone LGBTIQ è così alta in tutta l'Unione, che si aggira intorno al 38% annuo.

Abbiamo adottato una proposta per estendere l'elenco dei "crimini dell'UE" e includere l'incitamento all'odio e i crimini ispirati dall'odio. Invito quindi l'Italia e tutti gli Stati membri dell'UE a sostenere la proposta dell'Unione Europea e ad adottare una legislazione nazionale per proteggere le persone LGBTIQ dagli autori di crimini ispirati dall'odio e incitamento all'odio per motivi di orientamento sessuale, identità di genere, espressione di genere e caratteristiche sessuali” - sono le parole della Commissaria Helena Dalli che ha ribadito l’impegno dell’UE alla lotta contro tutte le discriminazioni e alle violenze.

Uguaglianza e contrasto alle discriminazioni sono valori e diritti fondamentali sanciti nella Carta dei Diritti Fondamentali UE e nella Costituzione Italiana, che vanno resi effettivi con strategie efficaci, come il ddl Zan, funzionale alla piena attuazione della strategia dell'UE per l'uguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, non binarie, intersessuali e queer” - concludono Zan e Benifei.