La Russia costruisce proprio nelle settimane dell'aggressione all'Ucraina un canale di comunicazione che infiltra le nostre istituzioni attraverso la stupida e grave complicità di settori della destra
Erano trascorsi appena cinque giorni dall'invasione dell’Ucraina da parte di Putin, e Matteo Salvini era già all'ambasciata russa di Roma a discutere con Sergey Razov di un suo possibile viaggio a Mosca. Viaggio peraltro, come dichiarato dalla stessa ambasciata, pagato dai russi per consentire di aggirare le sanzioni.
Matteo Salvini, è il cuore della nostra accusa, ha quindi cercato di costruire un canale di dialogo con il regime di Vladimir Putin, una sorta di diplomazia parallela messa in campo all'oscuro dal governo italiano guidato da Mario Draghi.
Questo è quanto è emerso alcune settimane fa e questo è quanto ho denunciato intervenendo alla sessione plenaria di luglio del Parlamento europeo.
Una sede nella quale abbiamo già diverse volte affrontato il tema delle continue ingerenze russe.
Lo scorso marzo si è, infatti, conclusa la prima parte del lavoro della Commissione speciale (in cui sono coordinatore per il gruppo S&D) istituita dal Parlamento europeo per indagare sulle interferenze straniere nei processi democratici dell'Ue, a cui ora è stato affidato un secondo mandato. Nel corso di diverse audizioni è emersa in maniera chiarissima la connessione della Russia di Putin con i partiti dell'estrema destra europea, complici finanziati e sostenuti per destabilizzare e indebolire politicamente l'Ue.
Nella relazione approvata a marzo sono citati “accordi di cooperazione” tra il partito di Mosca e la Lega Nord, l'austriaco Freiheitliche Partei Österreichs, il francese Rassemblement National. Mentre “anche altri partiti europei, come il tedesco Afd, gli ungheresi Fidesz e Jobbik e il Brexit Party nel Regno Unito” avrebbero stretti contatti con il Cremlino. AfD e Jobbik avrebbero inoltre lavorato come cosiddetti “osservatori elettorali” alle elezioni controllate dal Cremlino, ad esempio a Donetsk e Lugansk.
Oggi il lavoro della Commissione speciale ha evidentemente assunto una particolare rilevanza e urgenza in seguito all'invasione russa in Ucraina e sono ancora tutte da chiarire, perfino in sede giudiziaria, le vicende che hanno visto, pochissimi anni fa, la Lega, attraverso il signor Savoini, intrattenere a più riprese rapporti con l'entourage di Putin. Parlarne nell'aula del Parlamento europeo, ho spiegato, denunciare la gravità di tutto ciò, è importante perché si tratta di chiarissimi episodi di interferenza e ingerenza nelle nostre democrazie.
Ribadisco: la Russia costruisce proprio nelle settimane dell'aggressione all'Ucraina un canale di comunicazione che infiltra le nostre istituzioni attraverso la stupida e grave complicità di settori della destra.
L'Unione europea deve condannare queste infiltrazioni e deve farlo il Parlamento europeo. Perché interferenza, ingerenza, disinformazione sono nemiche della democrazia. E su questi terreni nessuno può permettersi ambiguità.
Servono interventi chiari, come ripetiamo dalla commissione speciale, e serve molta attenzione a snidare quelli tra noi che attraverso le operazioni lobbistiche coltivano interessi opachi, che non hanno nulla a che fare con il valore del dialogo tra i popoli ma che invece aiutano i dittatori.
Può sembrare superfluo ma è bene ribadire che queste goffe e opache relazioni non servono minimamente a costruire la Pace che in tanti desideriamo, consolidano invece quel rapporto torbido tra alcuni settori della nostra politica e i regimi autoritari. Lo dico a maggior ragione dopo che nei giorni scorsi mi sono recato a Kiev insieme ad una rete di organizzazioni pacifiste nonviolente con la quale ho avuto modo di incontrare, a diversi livelli, la popolazione ucraina colpita dalla guerra di Putin.
Ecco: abbiamo fatto questo partendo da una netta condanna dell’aggressione russa, aiutando la resistenza civile della popolazione, provando a rimettere in piedi una speranza di Pace che cresca dal basso.
Quel che dunque voglio dire è che abbiamo lavorato, con ovvia umiltà, nella direzione della Pace con la credibilità di chi non ha mai fatto sconti alla Russia di Putin. Quella credibilità che Matteo Salvini e il resto della destra europea non possono avere.
Pierfrancesco Majorino