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Set

Salario minimo, Gualmini: Speranza concreta per milioni di lavoratori, soprattutto giovani. Ora tocca all’Italia

La direttiva sul salario minimo approvata oggi a Strasburgo è una misura rivoluzionaria con cui l’Europa imprimerà la più grande svolta sociale della sua storia. Un cambiamento di rotta epocale nella lotta contro il lavoro sottopagato e la povertà retributiva, un atto di giustizia in nome della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori di tutta Europa”.

 Con queste parole Elisabetta Gualmini - deputata europea e membro della commissione Lavoro e Politiche Sociali del Parlamento Europeo - ha commentato l’approvazione a Strasburgo della Direttiva sul salario minimo, al termine di un percorso legislativo durato quasi due anni e che ha visto alla fine il Parlamento europeo approvare una misura legislativa vincolante per tutti gli stati membri, compresa l’Italia.  Il provvedimento punta da un lato a promuovere la contrattazione collettiva oltre la soglia dell’80% di copertura, dall’altro a sollecitare gli Stati a introdurre provvedimenti legislativi ad hoc per la salvaguardia dei livelli retributivi, in modo da allineare i salari a indicatori precisi del costo della vita. Si stima che in Italia potrebbe interessare alcuni milioni di lavoratori con salari inferiori ai 7-8 euro lordi l’ora.

 “Prima la pandemia, poi la guerra e ora l’inflazione alle stelle. Mentre crescono la rabbia sociale e l’ingiustizia, in Europa approviamo una misura vincolante sul salario minimo. E’ esattamente la risposta che le istituzioni dovevano dare” – commenta Gualmini. “Ora in ogni paese i salari e le retribuzioni andranno adeguate alle dinamiche dell’inflazione e al potere di acquisto delle famiglie, in una fase come questa a fronte di bollette esponenziali e di un rischio di disoccupazione che diventa sempre più reale, bisogna proteggere il lavoro e i salari: il partito democratico ha già pronte proposte in tal senso, avendo messo al primo posto dell’agenda elettorale la difesa delle condizioni sociali dei lavoratori’.

 “Badanti, colf, braccianti, addetti del settore agricolo. Giovani soprattutto. Ma anche chi lavora nella vigilanza, nelle imprese di pulizie, nei servizi socio-assistenziali, nel commercio o nella ristorazione. Questa misura cambierà davvero la quotidianità di chi non arriva a fine mese perché vive con contratti da cinque o sei euro all’ora. Oggi diciamo stop a stipendi vergognosi, orari da incubo, paghe ridicole che minano la libertà e la dignità in particolare dei giovani e delle donne. Ora gli stati membri dovranno adeguare i salari al costo della vita”. 

 “Non sono parole astratte – conclude Gualmini -  ma una misura concreta, approvata nero su bianco dal Parlamento Europeo, con cui si rivendica in modo netto la prevalenza dei diritti sociali sulle altalene dell’inflazione e dell’economia. Mettiamo al centro della nostra azione politica i lavoratori giovani e precari, perché le condizioni dei lavoratori e dei cittadini sono più importanti degli interessi dei partiti”.