06
Ott

La morte di Mahsa Amini e la repressione dei manifestanti per i diritti delle donne in Iran

 Il Parlamento europeo condanna la morte di Mahsa Amini in Iran e chiede sanzioni Ue contro i suoi assassini e coloro che sono coinvolti nella repressione delle successive proteste di piazza. Lo afferma la plenaria di Strasburgo in una risoluzione non legislativa approvata per alzata di mano. Arrestata dalla polizia il 13 settembre per una presunta violazione delle severe leggi iraniane sul velo, Mahsa Amini è morta in un ospedale di Teheran tre giorni dopo, a seguito di maltrattamenti fisici subiti durante la detenzione. I deputati chiedono "un'indagine imparziale, efficace e indipendente sulle accuse di tortura e maltrattamento". Il Parlamento esprime "forte sostegno" al movimento di protesta pacifica in Iran, in particolare "alle giovani donne che guidano le proteste", e condanna fermamente "l'uso diffuso, intenzionale e sproporzionato della forza da parte delle forze di sicurezza iraniane contro i manifestanti pacifici, che ha provocato finora molte vittime". Nel testo, si esorta l'Unione europea a sanzionare, nellambito del regime globale di sanzioni dell'Ue in materia di diritti umani, i funzionari iraniani coinvolti nella morte di Mahsa Amini e nelle violenze contro i manifestanti.

Inoltre, si chiede alle autorità iraniane di "rilasciare immediatamente e incondizionatamente e di ritirare le accuse contro i difensori dei diritti umani e tutti i detenuti che sono stati arrestati unicamente per aver esercitato pacificamente i propri diritti alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica". Infine, il Parlamento chiede alle Nazioni Unite, e in particolare al Consiglio per i diritti umani, di "avviare senza indugio un'indagine globale riguardo agli eventi verificatisi nelle ultime settimane".